Il giardino di piazza Fanti e la partecipazione mancata

Un Piano di Gestione delle aree verdi può contribuire a creare una relazione virtuosa tra cittadini e istituzioni. Ma, dopo un primo incontro al tavolo di lavoro, non è stato dato alcun seguito all’iniziativa
(Numero 29 – Bimestre gen-feb 2020 – Pagina 8)

In un precedente articolo del Cielo sopra Esquilino (n. 5/2016), segnalavamo l’abbattimento di due grandi alberi nel giardino di piazza Fanti: il centenario tasso (Taxus bacchata) ed il cedro (Cedrus deodara) che svettava nella lunga prospettiva della via Principe Amedeo. Fatto grave a nostro parere, perché abbattere alberi di prima grandezza non significa perdere soltanto elementi di qualità del paesaggio, ma anche i tantissimi benefici che un grande albero in ambiente urbano ci regala (assorbimento di CO2, cattura delle polveri sottili, assorbimento degli inquinanti gassosi).

La presenza vigile dei cittadini. Le proteste degli abitanti e delle Associazioni, contrari all’abbattimento degli alberi, indussero l’assessorato all’Ambiente del Comune di Roma a convocare un ‘tavolo di lavoro’ – dal 2002 giardino e Acquario romano sono infatti affidati all’Ordine degli Architetti (con una Convenzione ormai scaduta da tempo). Il tavolo di lavoro sarebbe dovuto servire a far sì che cittadini, Associazioni, servizio giardini del Comune di Roma e la società che gestisce il giardino e l’Acquario per conto dell’Ordine (Acquario Romano Srl) potessero discutere del futuro del giardino. Ma il periodico rinnovo delle cariche elettive del Consiglio dell’Ordine e dell’Amministrazione comunale hanno interrotto quel primo percorso di partecipazione.

Interventi da eseguire. Adesso, ripresi i contatti con il nuovo Consiglio, con la nuova direzione dell’Acquario Romano Srl e con il Servizio Giardini del Comune di Roma (che deve autorizzare qualsiasi tipo di intervento), sono stati concordati interventi di potatura e di messa in sicurezza in modo da salvaguardare il patrimonio arboreo del giardino. Soprattutto, però, si è iniziato a cambiare la prospettiva degli interventi da eseguire: non più emergenza e sicurezza, ma cura e manutenzione per scongiurare ogni futuro intervento d’emergenza e accompagnare con piccoli provvedimenti costanti la crescita e le trasformazioni naturali del giardino.
Poiché per la salute e la stabilità degli alberi è indispensabile la salubrità del terreno e dell’apparato radicale, il primo intervento manutentivo concordato tra Associazioni e Ordine si è concentrato sul risanamento del terreno nelle aiuole di pertinenza dei grandi alberi. Questo, infatti, a causa del frequente passaggio di autovetture e di camion di servizio per gli allestimenti delle varie manifestazioni che si svolgono in giardino, risultava costipato e privo di elementi nutrienti. È stato necessario quindi procedere a smuovere superficialmente il terreno e a nutrirlo con micorrize (funghi benefici per le radici) e humus.

Il Piano di Gestione. Giardino però non vuol dire soltanto prati, alberi e arbusti, ma anche regole per il suo utilizzo che siano il risultato di una relazione virtuosa tra i diversi soggetti che lo ‘abitano’ (persone di varie età ed esigenze, alberi, eventi culturali e ludici, terreno, eventi atmosferici, ecc.). Guardando la foto aerea della zona è immediata la percezione delle piazze dell’Esquilino come ‘spazi di natura’ circondati da edifici, strade asfaltate e traffico. È quindi di vitale importanza, per la qualità dell’aria e del paesaggio, tutelare giardini e alberate che costituiscono i polmoni del rione. Ed allora è necessario che ci sia un ‘Piano di gestione’ per questo giardino storico, spazio pubblico complesso dove si incrociano molteplici funzioni e utilizzi.
Nel luglio 2019, dalle sollecitazioni dei cittadini e dalla sensibilità dell’Ente gestore, è nata l’iniziativa di un “Tavolo di lavoro per la redazione del Piano di Gestione del giardino monumentale di piazza Manfredo Fanti – Casa dell’Architettura”, convocato dall’Ordine degli architetti. E per condividere ed elaborarne le regole, sono stati invitati a partecipare a tale ‘Tavolo di lavoro’ la Sovrintendenza Capitolina, la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici, il Comandante della Polizia Municipale, l’Assessore all’Ambiente del I Municipio, il Dipartimento Tutela Ambiente e l’Associazione Italiana degli Architetti Paesaggisti.

Allora tutto bene? Purtroppo no. Il ‘Tavolo di lavoro’, pochi giorni dopo l’avvio, è stato rinviato a data da stabilirsi e da quel momento tutto si è fermato. Questo silenzio risulta particolarmente ‘incongruo’ considerato che l’Ordine degli Architetti Pianificatori Conservatori e Paesaggisti svolge una funzione pubblica e che per la sua specificità ha interesse a individuare e praticare le soluzioni di gestione più avanzate.
I cittadini e le Associazioni però continuano a mantenere aperto il canale di dialogo perché convinti che la conoscenza e lo sguardo quotidiano sul territorio da parte degli abitanti sia una ricchezza e un elemento prezioso in qualsiasi progettazione e in particolare in un progetto di manutenzione di uno spazio pubblico così strategico per il rione. Non ascoltare le competenze e l’esperienza del territorio, per esempio, sta causando gravi disagi e varianti progettuali nel cantiere attualmente aperto nel giardino di piazza Vittorio, dove pure esiste un Piano di Gestione, elaborato dai cittadini e finanziato dal FAI come progetto dei ‘Luoghi del cuore’. Ufficialmente acquisito dall’amministrazione comunale, infatti, non viene messo in pratica nella gestione del cantiere, con ritardi e ‘imprevisti’ che sicuramente si sarebbero potuti evitare.

Marina Fresa, Sonia Sabbadini