(Numero 1 – Bimestre mag-giu 2015 – Pagina 7)
La colpa non era dei roditori. A rendere simile a una discarica la zona a pochi passi da Termini contribuiva certamente un sistema di raccolta primitivo (i cassonetti) di piazza Manfredi Fanti e la maleducazione delle persone. Esasperati, i residenti hanno deciso che così non si poteva andare avanti. Hanno iniziato ad impostare un lavoro di condivisione del problema e riflessione sulle possibili soluzioni: grazie alla collaborazione con Cittadinanzattiva di Roma Centro, è stato sviluppato un progetto di relazioni fra residenti e commercianti della zona. Al lavoro di squadra si sono aggiunti via via gli assessori del l Municipio, Anna Vincenzoni e Tatiana Campioni, l’AMA e l’assessorato all’Ambiente di Roma Capitale.
Le tappe. Non è stato un lavoro semplice: la partecipazione è faticosa, richiede tempo e impegno. La base di partenza è stata la richiesta di rimozione dei cassonetti stradali. Lo scoglio duro è stato la sensibilizzazione dei cittadini alla raccolta porta a porta. Un vero cambiamento epocale delle abitudini. Con l’AMA è stato necessario concordare tempi e modi e attività di informazione. Nel frattempo, non si poteva tralasciare di mantenere attivo il gruppo promotore. Elemento fondamentale del processo è proprio questo: rendere autonomi i cittadini fornendo loro gli strumenti conoscitivi, relazionali e organizzativi. Un compito in cui Cittadinanzattiva si è buttata a capofitto.
Responsabilità condivisa. Senza la disponibilità di residenti e commercianti non si sarebbe andati lontano. In poche settimane sono stati fatti incontri con tutte le parti coinvolte e si è sviluppato un piano operativo che ha portato alla prima assemblea pubblica di presentazione delle attività. Finalmente si poteva cominciare la raccolta porta a porta e la rimozione dei cassonetti. Subito dopo il Municipio ha riasfaltato il marciapiede dell’area più critica intorno alla Casa dell’Architettura e chiuso tutte le buche.
Il lavoro non è finito. A distanza di un anno c’è ancora molto da fare (luci, sicurezza, etc). Ma adesso la zona è libera dai “toponi”. E’ più pulita e pensiamo che i cittadini siano soddisfatti di aver potuto esercitare il proprio “potere civico” in una dialettica positiva con l’amministrazione. In previsione dell’estensione della raccolta porta a porta a tutto il rione, crediamo che questa sia una buona pratica da esportare e condividere. Le cose possono migliorare se spingiamo tutti insieme nella stessa direzione come per esempio l’assunzione di responsabilità nei confronti della comunità e il confronto con le amministrazioni pubbliche. Si può fare, l’abbiamo già fatto.
Roberto Crea