Giubileo della Speranza: per il rione ce n’è poca

Chiara Armezzani - n.32 L'albero dell'Esquilino

Nonostante la sua centralità, il nostro rione appare dimenticato nel piano dei lavori per il prossimo Anno Santo del 2025
(Numero 50 – Bimestre nov-dic 2023 – Pagina 2)

Il 24 dicembre 2024, il Papa aprirà l’Anno Santo ordinario. Il Giubileo 2025 col motto ‘Pellegrini di speranza’ riunirà credenti e non credenti, e speriamo diventi davvero l’inizio di una rinascita – dopo gli anni di guerre, pandemia e crisi climatiche – e susciti in noi un’attenzione particolare agli aspetti sociali e alla cura degli ultimi, dei poveri, dei profughi, dei disagiati.
Il giubileo per molti è l’occasione per visitare Roma. Per il Papa l’Anno Santo è anche l’anno dell’accoglienza. E Roma è stata preparata all’accoglienza essenzialmente con due decreti governativi. Il primo, approvato il 15 dicembre 2022, finanzia 87 interventi definiti ‘essenziali e indifferibili’, e un programma Caput Mundi di 336 eventi. Il secondo, approvato l’8 giugno 2023, rimodula gli 87 interventi già approvati e ne aggiunge 97 definiti solamente ‘essenziali’. Il programma Caput Mundi resta di fatto inalterato.

I progetti prevedono solo briciole per il rione

Nonostante sia la principale porta d’accesso e di transito della città, l’Esquilino purtroppo non è titolare di nessuno dei 184 interventi previsti per il Giubileo 2025, ma è solo a ricasco di alcuni che sono molto generici e poco dettagliati: si spera che ancora qualche briciola ne ricada in fase di appalto e quindi di realizzazione. Facciamo un esempio: l’intervento n. 6 (essenziale e indifferibile) riguarda la riqualificazione dello spazio pubblico ed è finanziato con 47 milioni di euro, prevede una manutenzione straordinaria delle strade della viabilità principale e consisterà nel rifacimento della pavimentazione stradale, la pulizia e verifica della funzionalità della rete di smaltimento delle acque meteoriche, il rifacimento della segnaletica, lo sfalcio, la pulizia delle aree di pertinenza stradale. Analoghi lavori sono previsti negli interventi n. 7 e n. 8 con particolare riguardo ai marciapiedi, dove potranno trovare posto fioriere e potranno essere eliminate barriere architettoniche. Nell’ambito dell’intervento n. 10, di riqualificazione di Piazza dei Cinquecento, c’è un pezzetto di via Giolitti.
L’illuminazione delle basiliche dell’Esquilino va cercata nell’intervento n. 14, e un grappolo di provvedimenti per il trasporto pubblico sono previsti sempre nell’ambito dell’intervento n. 14. E ci sono un po’ di soldi anche per le piste ciclabili, per i bagni pubblici, la rimozione delle ceppaie, la piantumazione di nuove alberature e un’opera (non si sa bene cosa sia) in ciascun municipio.
Mescolare con cura e il programma delle opere pubbliche è servito. Eppure secondo noi un po’ più di Esquilino ci sarebbe stato bene…

Giubileo ordinario, ordinarie anche le opere pubbliche

Ma bisognava aspettare il Giubileo per avere un elenco e una stima economica dei lavori necessari e urgenti da fare? Analizzando il piano proposto si nota che non vi figurano nuove opere. Nell’orizzonte urbano nulla si muove, ad eccezione di un nuovo stadio e dell’inceneritore, che non rientrano di certo tra le opere del Giubileo. Gli interventi previsti, a ben vedere, si risolvono in attività di ordinaria manutenzione o tutt’al più di adeguamento tecnologico (come nel caso di Atac e Acea). Nessuna nuova invenzione urbana che riguardi il rapporto dell’abitato con il verde o il sociale. Non è previsto alcun intervento per il piano casa, come, per esempio, si fece all’epoca della costruzione del villaggio olimpico: case soggiorno per gli atleti olimpici che poi diventarono abitazioni civili. Non sono previsti nuovi ostelli per i pellegrini-turisti – ostelli che finito l’Anno Santo si sarebbero potuti trasformare in studentati universitari – e neppure rifacimento di strutture per la città, come le ex caserme. Il Giubileo 2025 si presenta come un’occasione sprecata per dotare la città di strutture e opere, grandi o capillari che siano, sia pure da completarsi a tempo giubilare scaduto.
In conclusione sorge quindi un dubbio: ma davvero bisognava aspettare un avvenimento come il Giubileo della Speranza per avere finalmente il finanziamento di interventi di semplice manutenzione ordinaria? Se, come appare evidente, la realtà è questa, allora dovremo pregare il Papa di darci un nuovo giubileo ogni cinque anni!

Carlo Di Carlo