Il turbante e il pugnale

La comunità Sikh ha un forte legame col nostro rione, che ogni anno ospita una importante festa religiosa
(Numero 43 – Bimestre set-ott 2022 – Pagina 5)

L’Esquilino è conosciuto a Roma come il rione multiculturale per eccellenza ma poche comunità risaltano, esteticamente parlando, quanto quella dei Sikh: gli uomini, con i loro turbanti colorati, e le donne, con i loro chiffon a motivi ricamati, attraggono l’occhio del passante, per lo più ignaro dell’importanza rituale di quelle vesti.
Un Sikh battezzato deve sempre portare con sé i cinque kakar. Il più importante è il kesh, cioè i capelli, per cui viene fatto divieto di tagliarli, per questo motivo per tenerli in ordine i Sikh utilizzano il turbante (dastar). Il kakar che attira maggiormente l’attenzione è invece il kirpan, cioè una spada o un pugnale, generalmente a lama curva. Il kirpan in Italia è entrato nell’immaginario della letteratura per ragazzi attraverso i racconti di Emilio Salgari, nella religione Sikh simboleggia la difesa del debole dalle ingiustizie.

Una festa di quartiere

Chi ha avuto la fortuna di passare per piazza Vittorio il 24 aprile 2022 avrà sicuramente notato un migliaio di appartenenti alla comunità Sikh che festeggiavano il Nagar Kirtan, la festa in cui si cantano inni nel quartiere. Durante questa festa hanno pregato e condiviso il pasto con chiunque abbia voluto partecipare. Il Custode del Libro Sacro ha ricevuto le offerte dei fedeli in una sorta di processione che è avvenuta tra piazza Vittorio e Santa Maria Maggiore, in cui alcuni membri della comunità hanno anche dato sfoggio delle loro abilità con spade e pugnali.

Una religione che spinge all’integrazione
e alla lotta contro le ingiustizie

Pur provenendo in origine dalle regioni indiane e pakistane del Punjab la religione Sikh si differenzia in maniera sostanziale da quella indù, essendo una religione monoteista ai cui membri viene chiesto di dare il loro apporto religioso senza astrarsi dalla vita della comunità in cui vivono: in pratica non ci sono i santoni o, facendo un esempio più vicino alla nostra cultura occidentale, gli eremiti.
Fedeli al credo della loro religione, che impone di combattere contro le ingiustizie, molti Sikh sono caduti durante le due guerre mondiali. A Forlì si può trovare un monumento che ne commemora il sacrificio per la liberazione dell’Italia riporta una frase di Sir Winston Churchill e una targa con il simbolo della comunità Sikh: una spada e due pugnali.
I templi Sikh, Gurdwara, sono luoghi di culto frequentati soprattutto durante i fine settimana. Al loro interno non hanno idoli né altari, inoltre non esiste un ordine sacerdotale perché i precetti della Sacra Scrittura Sikh vengono dettati dal Guru.
La lista dei templi Sikh e maggiori informazioni in italiano sul sikhismo sono disponibili online sul sito internet www.culturasikh.com
Infine vorremmo ringraziare la comunità Sikh, in particolare nella persona di Tarman Preet Singh che si è prestato a rispondere alle nostre domande.

Mario Carbone