La storia infinita del Parchetto di Via Statilia

Dopo anni di lavoro, l’area verde è stata inaugurata frettolosamente e senza assegnazione al Servizio Giardini
(Numero 2 – Bimestre lug-ago 2015 – Pagina 10)

E’ nel cuore del rione, accanto all’impenetrabile e suggestiva Villa Wolkonsky. Al suo interno spicca l’Acquedotto di Nerone, ramo secondario dell’Acquedotto Claudio, realizzato per alimentare il ninfeo ed il lago della “Domus Aurea”. In Via Statilia, dopo anni di lavori, nel 2013 è stato inaugurato un giardino da molti soprannominato “Parchetto”. Fin dall’inaugurazione, pochi giorni prima delle elezioni amministrative, si è subito compreso quanto sarebbe stata difficile la sua manutenzione.
Per la fretta d’inaugurare, l’area non viene assegnata al servizio Giardini. Nessuno perciò apre o chiude i cancelli.
Allora viene chiesto agli abitanti della Cooperativa Case Popolari Santa Croce di occuparsi di questa mansione. La risposta iniziale è positiva ma non dura molto.
Viene costituito un gruppo di volontari, che si occupa del “Parchetto” con il consenso del Comune, ben contento di delegare. Aprire il giardino entro le 8:00 del mattino e chiuderlo entro le 19:00 – anche di domenica e con la pioggia – è faticoso, a volte logorante, ma consente di incontrare una varia umanità meravigliata di tanta bellezza e a suo modo rispettosa (compreso quel gruppetto “sbandato” che si premura di raccogliere le bottiglie e gettarle nei cassonetti). Viene l’estate 2014 e il parco rimane chiuso per qualche giorno. Iniziano i primi malumori: saltano i lucchetti che chiudono i cancelli, ci sono problemi a mandar via la gente la sera e la notte il “Parchetto” continua ad essere popolato.
Benché armati di voglia di fare, dopo un po’ di tempo i volontari desistono, in fondo prendersi la briga di aprire e chiudere tutti i giorni non è esattamente un divertimento, se poi si è tacciati di comportarsi come se si fosse i padroni e si comincia a pensare che i maggiori beneficiari del parco siano solo i cani (non tutti con padroni rispettosi della convivenza civile). Si spera allora nella frequenza diurna, vengono organizzate feste per bambini ed eventi per fare in modo che il “Parchetto” resista alle intemperie, non solo atmosferiche. Ma il prato ha bisogno di essere innaffiato e curato. Il Servizio Giardini langue: uno o due interventi in tutto, con ringraziamenti e commozione da parte di chi ha sempre creduto in questo spazio. Ma non basta, si richiedono incontri con chi nel Municipio si occupa del verde, si capiscono le difficoltà e non ci si arrende.
Si pianta, si tolgono erbacce e si ripulisce, si chiede l’intervento dei PICS, i quali cancellano scritte, che purtroppo il giorno dopo ricompaiono. Si firmano petizioni ma nel frattempo il giardino, che rimane sempre aperto, diventa luogo di bivacco per i senza tetto. Si vedono alberi usati come appendiabiti, rifiuti e siringhe proprio lì dove potrebbero giocare i bambini. Un vero caos e non viene più voglia di organizzare qualcosa in questo che doveva essere un piccolo gioiello, con i suoi archi maestosi ormai imbrattati dalla sporcizia.
Se qualcuno tra le istituzioni può fare ancora qualcosa lo faccia subito, la situazione è al collasso, i cittadini che si sono impegnati fino ad oggi non possono più far fronte da soli ai problemi, hanno la necessità di sentirsi ascoltati e aiutati e allora continueranno ad esserci per questo posto, come ci sempre stati.
Roberta Rossi
Comitato di Via Statilia, Respiro Verde Legalberi

Roberta Rossi