Noi c’avemo er core grosso

L’Esquilino è il più giallorosso tra tutti i rioni e i quartieri di Roma. Tanti i ricordi legati allo storico Roma Club, nato in tempi in cui il tifo era vissuto nel territorio. Quando ci si abbonava allo stadio e non alle piattaforme televisive
(Numero 51 – Bimestre gen-feb 2024 – Pagina 6)

Qual è il rione più ‘romanista de Roma’? Nell’immaginario collettivo potrebbe essere Testaccio, dove la squadra giocò nello storico campo, oggi incolto e in attesa di essere recuperato. Potrebbe magari essere Trastevere, rione della Festa de’ Noantri, da sempre simbolo della romanità. La risposta vera però ce la fornisce uno studio dello scorso anno, effettuato da Filippo Celata e Gabriele Pinto per conto dell’associazione Roma Ricerca Roma: è il rione Esquilino quello più giallorosso. La ricerca si basa sui dati messi a disposizione dai social network che, pur non essendo scientifici, sono di certo un valido strumento per analizzare la realtà: nel nostro rione risiedono circa 335 tifosi romanisti ogni 100 biancocelesti, la percentuale più alta di tutta Roma.
Non a caso, ha sede proprio qui uno dei club che maggiormente hanno contribuito alla storia del tifo romano. Nato negli anni ’70, il Roma Club Esquilino è stato uno dei gruppi organizzati più importanti. Quello che, per dirne una, ha introdotto per primo le coreografie all’interno dello Stadio Olimpico. Mario Iosa, che ne è oggi il presidente, è figlio di Fausto, scomparso nel 2010, che ne fu fondatore e guida storica. Lo abbiamo incontrato nel negozio di famiglia, quello di tessuti in via Merulana 219 (stesso civico in cui fu ambientato il ‘Pasticciaccio’ di Gadda). È qui che si trova oggi anche la sede ufficiale del circolo. Nato in altri tempi, ci racconta Mario, quando il tifo era aggregazione, il club contava circa 300 iscritti ed era molto attivo. Tante erano le iniziative sociali promosse, specialmente in collaborazione con Don Enrico, allora parroco di San Martino ai Monti, che era però grande tifoso della Lazio. Tornei di calcio per beneficenza, raccolte di giocattoli e dolci per i bambini a Natale, premiazioni per i promossi con tanto di statuette ricordo.
Tra le iniziative di successo ideate da Fausto Iosa, ci fu anche il premio per il ‘Gladiatore giallorosso’. A fine girone di andata, i soci votavano per eleggere il giocatore più combattivo, non necessariamente il più forte. Se lo aggiudicarono Loris Boni, Francesco Rocca, Bruno Conti, Agostino Di Bartolomei. La premiazione avveniva poi alla presenza del vincitore, nel corso di una cena in uno dei ristoranti di zona.

Fondato da Fausto Iosa,
negli anni ’70 il Roma Club Esquilino
contava circa 300 iscritti

In occasione di ogni trasferta si partiva tutti assieme con i pullman, da via Merulana. Le sedi – prima quella di via Paolina, poi quella in via Angelo Poliziano – erano luoghi di incontro e di eventi. Per le occasioni speciali, naturalmente, i festeggiamenti erano in grande stile. Per lo scudetto del 2001 furono chieste autorizzazioni per un palco davanti al Brancaccio, con canzoni e distribuzione di vino e porchetta. Per quello dell’83 ci furono meno formalità, la festa fu più ‘casareccia’ ma anche più autentica.
Tanti i nomi degli ex iscritti che emergono dal racconto di Mario Iosa. Tra questi Renato, il fioraio di piazza Vittorio, che fece dei quadri con composizioni di fiori sia per Conti che per Rocca, quando si aggiudicarono il titolo di Gladiatori. Enzo Pandolfi, il macellaio, scomparso con il terremoto di Amatrice. ‘Gnè gnè’, il fruttivendolo, detto così per la sua parlata. Giulio Baldelli, che aveva una fabbrica di confetti in via Buonarroti, dove ora c’è il ristorante Katmandu. Massimo Colle, detto ‘il barone’ per i suoi modi eleganti.

Passa per piazza Vittorio
la tragica vicenda
di Vincenzo Paparelli

Parlando di tifo e di Esquilino, la memoria non può non andare anche al triste derby del 28 ottobre 1979. Dalla curva sud partì un razzo, attraversò tutto lo stadio, raggiunse il lato opposto ed andò a cadere al centro della nord, dove sedevano i tifosi laziali. Per Vincenzo Paparelli, meccanico padre di due figli, non ci fu nulla da fare. Protagonista negativo della vicenda fu un giovane ragazzo di piazza Vittorio, Giovanni Fiorillo. Esquilini erano anche Angelini e Marcioni, che con lui vennero condannati a valle della tragedia. Una triste fatalità, Fiorillo era un bravo ragazzo, ci tiene a ricordare Mario Iosa.
Oggi il club è ancora presente a tutte le partite, con lo striscione del ‘Roma Club Esquilino – Fausto Iosa’ in tribuna Tevere, vicino la sud. Tutto il materiale storico è stato consegnato alla AS Roma, in previsione di un museo dedicato alla squadra, magari nel futuro stadio, e che avrà anche un angolo dedicato a Fausto Iosa ed al club esquilino.

Riccardo Iacobucci