Piazza Dante: off limits ancora per due anni

Il Municipio: “Da gennaio parte il processo partecipato per la riqualificazione”
(Numero 4 – Bimestre nov-dic 2015 – Pagina 1,5)

Quasi non si ricorda più com’era piazza Dante prima che i lavori di rifacimento dell’ex palazzo delle Poste iniziassero. Da tre anni gli occhi dei residenti sono abituati a palizzate, strade interdette, via vai di camion e altri mezzi pesanti. Il cantiere si è ormai inserito nel tessuto dell’area. Tanto è vero che la scorsa primavera un comitato di cittadini ha pensato di abbellire le recinzioni del cantiere con disegni e versi dei poeti a cui sono intitolate le vie circostanti. Chi è stufo del rumore e del disagio che un cantiere di quelle dimensioni inevitabilmente provoca chiede quando la piazza verrà restituita alla cittadinanza. Entro il 2017, secondo la Cassa depositi e prestiti che finanzia l’opera di ristrutturazione del palazzo che in futuro ospiterà il SISDE. “Siamo al giro di boa”, come suggerisce Roberto Crea, segretario regionale di Cittadinanzattiva. E’ quindi l’ora di iniziare quel processo di riqualificazione della piazza per conoscere come i cittadini vogliono che venga sistemata l’area del giardino a spese della Cassa. Per l’assessore ai Lavori Pubblici del I Municipio, Tatiana Campioni, le assemblee pubbliche per cominciare il lavoro di partecipazione inizieranno da metà gennaio, “Una volta completato il percorso appena cominciato per la riqualificazione di Colle Oppio”. La speranza è ovviamente che questi processi non si risolvano con un nulla di fatto come è accaduto dopo quello per la sistemazione di piazza Vittorio, per il quale l’amministrazione comunale ha tolto con un colpo di mano in assestamento di bilancio i finanziamenti. Nel caso di piazza Dante, la situazione dovrebbe essere radicalmente diversa. Il municipio si è impegnato insieme a Cassa depositi e prestiti ad iniziare il processo pubblico ma i soldi, materialmente, sarà l’istituto a partecipazione del Tesoro a versarli. “In questi anni- dichiara Emma Amiconi del Comitato piazza Vittorio partecipata – abbiamo organizzato almeno tre assemblee con i residenti a cui ha partecipato anche la Cassa depositi e prestiti. Le segnalazioni sui rumori e i danni sono rientrate via via con il tempo. Ma è ovvio che un intervento così lungo su un’area così vasta provochi dei disagi. C’è da dire però che già prima dell’inizio dei lavori la piazza non era ben vissuta dai cittadini. Era molto sporca, e la riqualificazione fatta anni fa aveva rilevato dei problemi. La Cassa depositi e prestiti si è impegnata a restituire la piazza migliorata ai cittadini”.

Una piazza da ripensare. Quando l’ultimo camion se ne andrà e l’area umbertina restituita ai residenti, la necessità sarà quella di rimettere a posto il giardino, l’asfalto, i marciapiedi non solo della piazza ma anche nelle vie limitrofe. “Di sicuro – ammonisce Crea – una parte dei posti auto verranno riservati ai Servizi per motivi di sicurezza. Quello che Cittadinanza attiva propone è che si cominci a far partire un processo che veda coinvolti cittadini, amministrazione e soggetto pagatore (Cassa depositi e prestiti, ndr) per capire cosa vogliamo che diventi la piazza e come sfruttarla. Se per esempio vogliamo che ci sia uno spazio dedicato alla musica o un bar e un’area giochi. I cittadini devono cominciare a dire cosa vogliono, in una logica di integrazione con le altre aree verdi del rione e delle altre piazze da recuperare”.

L’attico della discordia. Da quando sono iniziati i lavori top secret nel grande palazzo, nel 2012, i residenti hanno soprattutto lamentato i rumori continui e le inquietanti vibrazioni negli edifici più vicini. Recentemente ciò che li preoccupa di piùè la sopraelevazione sulla terrazza dell’ex Poste e telegrafi. Qui, gli operai stanno lavorando a una non ben definita struttura dalle fattezze moderne. Per molti abitanti sembrerebbe un abuso, per altri, vista la destinazione dell’edificio, la costruzione di un aeroporto per 007 in azione. I cittadini però non si ricordano che una sopraelevazione già c’era in passato. “Era un rettangolo, un parallelepipedo – ricorda Roberto Crea – ora informano che faranno una struttura ondulata in vetro per alleggerire l’impatto estetico”. Va detto che riguardando la futura sede dei servizi segreti, i lavori possono andare in deroga a qualsiasi norma, anche della Sovrintendenza dei Beni Culturali, “Cosa che è avvenuta nella caserma della polizia di via Mamiani – precisa Roberto Crea di Cittadinanzattiva – ma nonostante questa libertà, dovuta a esigenze di sicurezza, i Servizi hanno comunque informato la cittadinanza che avrebbero operato anche sulla terrazza e concordato i lavori insieme alla Sovrintendenza”.

M. Elisabetta Gramolini