Poche targhe ma confuse

Orientarsi nel rione è un miracolo da chiedere durante l’Anno Santo
(Numero 3 – Bimestre nov-dic 2015 – Pagina 2)

Un deserto dove le poche informazioni, i cartelli verticali, sono sbiaditi e pericolanti. E’ così che appare l’Esquilino dal punto di vista delle indicazioni. Effettivamente è difficile comprendere quale sia la strada giusta per andare al Colosseo o a Termini. E non è solo una questione di segnaletica stradale. Il problema è che non si trovano cartelli né di chiese, giardini e musei, né di edifici pubblici come scuole, biblioteche, stazioni della metro. Come se il cittadino fosse già esperto di ogni luogo, l’amministrazione dà per scontato che chiunque sappia dove andare. Se poi i lavori di miglioramenti dei cartelli non lo vogliamo fare per i cittadini, pensiamo almeno ai turisti. Tempo fa, un signore cinese con una mappa in mano mi ferma, all’angolo fra via Emanuele Filiberto e viale Manzoni. Mi disse di non capire nulla: la città non corrispondeva a quella disegnata. E non è certo una metafora.

Un dramma in auto. Provate dal nostro rione a mettervi al volante alla volta dell’aeroporto. Leggendo i pochi cartelli che ci sono, non si capisce se si sta andando a Ciampino o a Fiumicino. I più recenti ormai hanno più di venti anni, inoltre seguendoli, e interpolando i tratti dove mancano, il rischio di perdersi è altissimo. Si dirà, c’è sempre il navigatore GPS, ma in una Capitale questa scusante non dovrebbe aver luogo.

Un miracolo per le strade. L’Anno Santo sarebbe stata un’ottima occasione per sistemare un po’ di strade del rione, soprattutto le vie Emanuele Filiberto e Merulana che collegano le importanti Basiliche. Ma i soldi erano pochi e non si poteva far altro che percorsi pedonali. I pellegrini per questo Giubileo Straordinario avranno a disposizione quattro tragitti, sulle orme dei loro predecessori del passato. Presentate in grande pompa dal Campidoglio, il 5 agosto scorso, le strade faranno tappa nelle Basiliche giubilari e costeranno circa 800mila euro. Saranno allargati i marciapiedi, rifatti gli attraversamenti pedonali, realizzati scivoli per disabili. Nel progetto non c’è però l’ombra di un collegamento tra S. Maria Maggiore, S. Giovanni e Santa Croce in Gerusalemme. E su via Carlo Alberto? Qui gli interventi rappresentano un esempio di progettazione partecipata, stravolgerli o peggio non farli, sarebbe uno schiaffo alle decine di cittadini che hanno impiegato del tempo nelle tante riunioni. Chissà se alternative c’erano e sono state prese in considerazione. Di sicuro ai cittadini non è stato chiesto nulla.

Nessuna eredità. Non è il caso di entrare nel merito dei lavori. Così come sono stati presentati, gli itinerari sono di una banalità eccelsa. La domanda da porsi è: finito il Giubileo chi mai percorrerà quei percorsi? Sono pensati per pellegrini che mangiano, bevono, hanno bisogno di servizi igienici, panchine e un posto fresco o caldo dove sostare? Vedremo nei fatti. Del resto, non è del comune l’obiettivo di infliggere punizioni per redimere le loro anime.

Carlo Di Carlo