Polizia, per il rione serve l’aiuto di tutti

L’integrazione delle forze dell’ordine ed energie del sociale alla base dei progetti che il nuovo commissario Giuseppe Moschitta ha avviato
(Numero 15 – Bimestre nov-dic 2017 – Pagina 1,4)

Sorriso aperto e un’espressione serena, nonostante la tre giorni di servizio per mantenere l’ordine pubblico nelle manifestazioni dei movimenti per la casa. Da una manciata di mesi, Giuseppe Moschitta è a capo del Commissariato Esquilino. Siciliano di Agrigento, veste la divisa da oltre vent’anni, prima di semplice agente, poi di commissario. A Roma arriva sette anni fa, al Reparto volanti. Dall’operatività della strada passa alla scrivania quando risponde alla chiamata del Questore che lo nomina responsabile della Sezione Ordine Pubblico dell’Ufficio di Gabinetto. Durante i successivi tre anni si imbatte in una sfida enorme: la sicurezza durante il Giubileo straordinario della Misericordia. “Ai miei nipoti – racconta ridendo – mostrerò l’ordinanza che ha delineato il piano di sicurezza per tutto l’anno giubilare, ancora oggi attuato a causa della minaccia terroristica”. Il coronamento arriva con la nomina a vice capo di gabinetto. “Poi – riprende – per una serie di circostanze, il Questore Marino ha deciso di assegnarmi al Commissariato Esquilino nell’aprile di quest’anno”.
Commissario avrà pensato: “Che male ho fatto?”
No (ride). Faccio il mio lavoro con una grande passione. Per me l’Esquilino è una “sfida” straordinaria. Ne conoscevo i problemi da vice capo di gabinetto e sapevo cosa avrei trovato. È bellissimo, con una connotazione multietnica di lunga data. In questo periodo di immigrazioni di massa, l’Esquilino ha subito forse prima di altre zone il degrado urbano, per cui gli strumenti di polizia possono fare poco perché la tematica dell’accoglienza e del reinserimento nel mondo lavorativo non sono propri delle forze dell’ordine. Per questo credo che occorra un nuovo approccio, ma non solo di tipo “poliziesco”.

Significa che chiederà alla polizia di essere meno polizia?
Assolutamente no. Ho avviato alcuni progetti con il I Municipio e il Campidoglio; se andranno in porto rappresenteranno un risultato importante. Il primo progetto è partito a maggio e riguarda piazza Vittorio, ombelico del rione e forse di Roma, dove tutte le bellezze e tutte le bruttezze si concentrano. Prevede più controlli delle pattuglie, più pulizia da parte del Servizio Giardini, un piano di animazione della piazza che ha messo a sistema le iniziative delle diverse associazioni con la logica di occupare lo spazio con attività sociali e, per ultima, una rete di associazioni dell’Esquilino che sta conducendo interviste ai ragazzi richiedenti protezione internazionale, allo scopo di coinvolgerli nel volontariato. Spesso, infatti, queste persone non sono a conoscenza della possibilità di lavarsi, mangiare o semplicemente usare un bagno pubblico; non è compito della polizia dare queste informazioni, ma i volontari possono aiutare in questo senso, soprattutto tra persone che hanno la stessa nazionalità. Se grazie a questo approccio alcuni ragazzi richiedenti asilo troveranno anche un lavoro per noi sarà già un grande risultato. Immagino che una volta che le attività positive prenderanno il via, la piazza avrà meno bisogno di sorveglianza da parte della polizia.
E il secondo progetto?
Si chiama “Vetro torna indietro” e riguarda il fenomeno delle bottiglie abbandonate. Troppo spesso si verificano aggressioni e risse tra persone armate di cocci di vetro. In Italia non esiste una legge sul vuoto a rendere. In più, solo una parte degli esercenti ha attivato la raccolta differenziata con Ama. Perciò ho individuato circa 40 negozianti che vendono bevande in contenitori di vetro intorno a piazza Vittorio e le vie limitrofe e con loro stiamo provando a costruire una rete di esercenti “virtuosi” che volontariamente accettano un disciplinare di comportamento che prevede zero concorrenza al ribasso sui prodotti alcolici e ritiro del vetro con una formula semplice.
Che tipo di formula?
Applicheranno un sovrapprezzo alle bottiglie di vetro che sarà restituito nel caso in cui il vuoto tornerà indietro. Chi aderisce attiva la raccolta differenziata con Ama e si impegna a tenere pulito lo spazio di marciapiede di fronte al proprio negozio. Un risultato positivo non secondario sarà quello di far dialogare gli esercenti fra loro e con noi. Sono convinto che andremo a meta.
Ha un progetto anche per i mercatini di via Ricasoli e via principe Amedeo? Appena le forze dell’ordine vanno via gli abusivi tornano.
L’approccio non può essere solo la macchina fissa. Per diversi motivi non ce la possiamo permettere nel lungo periodo. Anche qui va attuato un approccio integrato con il coinvolgimento dei commercianti e del I Municipio che potrebbe abbellire il marciapiede creando un ambiente meno favorevole al proliferare delle attività illegali.
Degrado del Colle Oppio. Che si può fare?

Collo Oppio è grande, più di piazza Vittorio. Un luogo dove tante persone dormono e mangiano perché non sanno dove andare. La soluzione non è in mio potere ma ho alcune idee che voglio mettere in campo. A cominciare dal coinvolgere il centro anziani e le associazioni. Il Comune deve fare la sua parte con il possibile riutilizzo degli immobili oggi abbandonati. Credo che l’approccio, anche in questo caso, debba essere integrato fra istituzioni e privati per migliorare la gestione. Bisogna fare in grande quello che è stato fatto per il parco di viale Carlo Felice, perché le intelligenze e le risorse all’Esquilino ci sono.
Infine, il problema dei B&B irregolari.
Ho trovato la squadra amministrativa del Commissariato molto attiva. Facciamo tantissimi controlli. In tre mesi ne sono stati sanzionati tanti e 12 sono stati chiusi con provvedimento del Questore per periodi che vanno da 5 a 15 giorni. Nel caso di violazioni ripetute richiederemo al Comune la revoca della licenza.

M. Elisabetta Gramolini