Retake, il riscatto dei romani passa dalla ramazza

Nel rione gli interventi sono un’occasione per coinvolgere le mille anime che lo attraversano
(Numero 4 – Bimestre nov-dic 2015 – Pagina 11)

Tutto comincia nel 2009, dall’idea di Rebecca Spitzmiller, un’americana che abita a Roma nel quartiere africano. Insieme a delle amiche inizia a pulire la sua strada, poi con il tam tam sui social e una rete di altri volontari nasce Retake, più che un’associazione, un movimento di cittadini che contro il degrado e la sporcizia della Capitale imbracciano il secchio e lo straccio. “Il vero boom – racconta Virginia Vitalone, responsabile della comunicazione di Retake – c’è stato nel 2014. Fino ad allora l’attività era sporadica, poi da quell’anno ogni quartiere ha deciso di avere un gruppo”. A Roma, Retake oggi conta circa 70 gruppi di zona che organizzano interventi di pulizia di muri o strade e giardini. “Non sappiamo quanti siamo precisamente – aggiunge Virginia – magari c’è gente che è scesa solo una volta”. Il successo del movimento ha preso piede anche fuori dal raccordo anulare e nel tempo sono nati Retake a Firenze, Milano, Bari e Torino.
Questione di senso civico. Il problema che cercano di risolvere i membri del movimento è gigante: tenere pulita una città come Roma. La soluzione che propongono invece in apparenza sembra semplice: dare il buon esempio attraverso azioni coordinate che mettano in risalto lo spirito di comunità di un gruppo di residenti e la speranza che prima o poi coloro che sporcano siano una minoranza risicata. I volontari accettano donazioni per comprare i materiali dalle aziende, “ma non dai partiti politici”, come sottolinea la rappresentante. “Siamo sostenuti – continua – da Federalberghi e Confcommercio e poi collaborano con noi spesso le comunità straniere che vivono nella città, come i rumeni, o le istituzioni, le ambasciate e le scuole, in particolare quella americana”.

Sos Esquilino. Ogni retake nasce dalla segnalazione di un luogo particolarmente bisognoso di una bella ripulita. “All’Esquilino la necessità di intervenire la si trova facilmente – afferma Corinna Bottiglieri, uno dei quattro amministratori del gruppo del rione – molte zone sono degradate e all’attivo abbiamo già tre interventi. Il primissimo nel 2014 sotto i portici di piazza Vittorio, il secondo a maggio di quest’anno nei dintorni del mercato e poi quello di settembre in un tratto di via Merulana”. In particolare nel caso dell’intervento al mercato, i volontari hanno coinvolto anche le popolazioni di origine straniera che vivono la zona. “Infatti – ricorda Bottiglieri – la locandina di quell’evento era in più lingue e poi abbiamo interagito con i comitati e le tantissime associazioni del rione. Sono venuti anche i senzatetto di Binario 95, il centro della stazione Termini, che hanno pulito i muri dai manifesti. Per noi – dice – è stata una testimonianza bellissima, molto toccante. Quello che pensiamo è che, per prima cosa, per far vivere il senso civico, sia importante far riscoprire il senso di appartenenza al luogo e in quella occasione crediamo di esserci in parte riusciti”. L’intervento che ha avuto più risalto mediatico, grazie alla presenza di una residente vip come Nancy Brilli, è stato quello di fine settembre nel tratto di via Merulana, fra via dello statuto e via Buonarroti. L’iniziativa è nata in questo caso dalla proposta dell’associazione commercianti della via, Ascopromesta. L’ultimo appuntamento, il 21 novembre, ha visto di nuovo piazza Vittorio protagonista. “Stavolta – informa Bottiglieri – siamo stati impegnati di sabato”. Quest’ultimo retake aveva l’Enpam (l’ente nazionale di previdenza dei medici che ha sede nella piazza) come partner per l’acquisto del materiale. “Fra Termini e piazza Vittorio – spiega Bottiglieri – è stata scelta la piazza perché è un’area degradata e in più alla stazione sono in corso i lavori per il Giubileo”. All’iniziativa aderiscono anche realtà consolidate nel tempo e nel territorio come Esquilindo, un’attività sostenuta dall’associazione Noi di Esquilino e il progetto Mediazione sociale all’Esquilino.
Chi non gradisce la pulizia. Quando a entrambe le rappresentanti di Retake chiediamo di indicare una difficoltà riscontrata in questi anni, la risposta è unanime: “Le minacce provenienti da alcuni centri sociali che non gradiscono la nostra azione di pulizia dei muri dai manifesti abusivi”, affermano. “Abbiamo intensificato l’attività di segnalazione ai P.I.C.S. (Pronto Intervento Centro Storico – Decoro Urbano, ndr) – racconta Bottiglieri – cerchiamo di parlare con le forze dell’ordine e siamo in dialogo continuo con i consiglieri e assessori municipali che vivono nel rione”.
L’aiuto dell’Ama. Pulire la città dovrebbe essere il compito della municipalizzata di Roma Capitale, l’Ama, e non dei cittadini che pagano il servizio attraverso le tasse. Eppure la società ha iniziato ad affiancare i volontari nei retake offrendo le idropulitrici e altro materiale tecnico. “Inoltre – aggiunge Virginia Vitalone – abbiamo ricevuto molto sostegno dai municipi ma sappiamo che in questo momento non è questo il problema più grave di Roma”.

M. Elisabetta Gramolini