Riprese senza sosta

Le riprese a Roma sono per lo più gratuite e incentivate da apposite delibere comunali, ma i ritorni, in termini di immagine, promozione del territorio e indotto, sono dubbi. E intanto i cittadini subiscono i disagi provocati dagli ingombranti set cinematografici e tv, soprattutto in centro
(Numero 46 – Bimestre mar-apr 2023 – Pagina 1,3)

È inesauribile la lista di film, serie tv e documentari italiani e internazionali, anche pluripremiati, in cui l’Esquilino ha fatto da sfondo. A partire dagli anni ’50 con importanti film italiani, da ‘Ladri di biciclette’ di Vittorio De Sica a ‘I soliti ignoti’ di Mario Monicelli, passando in tempi recenti a ‘Estate romana’ di Matteo Garrone, a ‘Il primo giorno della mia vita’ di Paolo Genovese, nei cinema poche settimane fa, all’ultimo episodio della fortunata saga ‘Fast and furious 10’ di prossima uscita, alle fiction come ‘Nero a metà’ (Rai 1), a film e docufiction delle piattaforme streaming come Netflix con ‘Sono tornato’ con Frank Matano e ‘Vatican girl: la scomparsa di Manuela Orlandi’.
Già nel lontano 2004 una pubblicazione basata sui dati di Roma Film Commission sottolineava il passaggio in due anni da 1.400 a 2.500 giorni di riprese nel solo I Municipio, l’area in assoluto più richiesta dalle produzioni italiane e straniere per la presenza di vie e piazze storiche e di un patrimonio artistico unico al mondo: centro storico, Prati, Parioli e Flaminio raccoglievano insieme il 65,3% delle giornate di riprese effettuate nella Capitale e il 62,5% delle location utilizzate, con piazza Vittorio al quarto posto tra le più richieste. Oggi, dopo la crisi dovuta al Covid, il rione sta assistendo a una esplosione delle riprese di film e serie tv, buon segno, ma i cittadini sono costretti a convivere con i numerosi disagi provocati dalle troupe.
Per farsi un’idea generale del fenomeno e delle procedure autorizzative, abbiamo consultato il sito di Roma Capitale e contattato l’Ufficio Autorizzazioni riprese cinematografiche e fotografiche. L’autorizzazione, per le riprese che abbiano finalità commerciali e comportino occupazione di suolo pubblico (per il set e/o per i mezzi tecnici) e non (cioè volanti), viene rilasciata dall’Ufficio competente e riguarda aree sia esterne sia interne. La richiesta deve essere inviata almeno 30 giorni prima dell’inizio delle riprese. Il tariffario presenta una peculiarità: ‘per le riprese ambientate interamente o prevalentemente nel comune di Roma, è prevista la gratuità dell’occupazione di suolo pubblico, ad eccezione di quelle a scopo pubblicitario’. Al momento anche le serie ‘Alfonso’ e la serie Sky Original con Luca Marinelli ‘M il figlio del secolo’, in fase di ripresa, all’Esquilino stanno beneficiando di questa agevolazione. L’abbattimento del canone e poi le esenzioni hanno avuto inizio con la volontà politica del Comune di incentivare l’industria cinematografica e il suo indotto e di impedire che gli operatori vadano a girare altrove (delibera 6/2001, consiliatura Veltroni).
Nel caso di riprese che riguardino il patrimonio culturale di Roma Capitale, come musei e siti archeologici, ci sono invece dei canoni da pagare direttamente alla Sovrintendenza Capitolina. Le tariffe sono fissate in base all’importanza dei luoghi. Per l’Esquilino i siti indicati sono: Auditorium di Mecenate, Trofei di Mario e Porta Magica, area archeologica di Piazza Fanti.
Massimo Morlando, dell’Ufficio cinema, sottolinea che «negli ultimi due anni il volume delle produzioni audiovisive su Roma è notevolmente cresciuto, proporzionalmente all’offerta televisiva delle diverse piattaforme a pagamento che si sono sommate ai canali distributivi tradizionali. L’Esquilino non ha avuto un maggiore incremento rispetto agli altri rioni del centro storico (nessun dato è stato fornito, ndr); ma, essendo il più grande e popoloso, è possibile che l’impatto dei set si senta maggiormente». Ha aggiunto inoltre che, seppur esistono molte esenzioni della tassa, gli introiti negli ultimi anni sono cresciuti grazie al pagamento per la realizzazione di pubblicità e produzioni cinematografiche non realizzate prevalentemente a Roma.

I ritorni per il rione sono quasi inesistenti
e la gente comincia a protestare

I residenti del rione sono incuriositi: vedere come si gira una scena, incontrare attori famosi, ritrovare l’Esquilino sul grande e piccolo schermo fa piacere e inorgoglisce. C’è un ‘ma’: il rione si riempie quasi tutti i giorni di grandi roulotte e furgoni per gruppi elettrogeni, camerini per attori, attrezzature varie che ingombrano le strade e i marciapiedi per giorni, contribuendo a complicare la vita a residenti e lavoratori con strade chiuse e sottraendo posti al parcheggio, a volte anche con segnali e nastri mobili di divieto di sosta che non danno il tempo ai cittadini di organizzarsi e spostare l’auto.

Cercasi idee per migliorare
l’impatto sulla cittadinanza

Gennaro Aquino, da oltre 20 anni location manager e residente di Esquilino, ci illustra la sua esperienza, confermando quanto detto dall’Ufficio cinema, «Se ultimamente c’è stato un incremento dei set cinematografici all’Esquilino, soprattutto a piazza Vittorio, a via Merulana e su viale Manzoni, è perché assistiamo a un periodo di grande ripresa. Crescendo il numero totale delle produzioni, da 50 a 100 l’anno, se ne avvantaggia anche Esquilino. Inoltre, intorno a piazza Vittorio ci sono numerosi appartamenti, con locali ampi e di un certo prestigio, che vengono affittati da anni alle produzioni cinematografiche attraverso agenzie di location. Ancora, alcune scuole come il Galilei di via Conte Verde, potendo usufruire di spazi molto grandi e adattabili alle riprese cinematografiche, hanno attivato convenzioni con le case di produzione. E non ultimo, alcuni spazi del rione, come i portici, la piazzetta di San Vito, la Porta magica, per la loro atmosfera attraggono più di un regista».
Cosa ne viene agli abitanti dell’Esquilino? Poco e niente. Aquino, infatti, osserva: «I ritorni di immagine sono pochi perché non sempre le location usate hanno l’intento di essere riconoscibili a prodotto distribuito. E il disagio è sicuramente notevole. Spesso l’unico compromesso ottenuto è quello di far sostare i campi base delle troupe in luoghi specifici del rione più spaziosi, come viale Manzoni e Colle Oppio, per poi far spostare i mezzi e le attrezzature meno ingombranti sui luoghi delle riprese. D’altra parte l’industria cinematografica è molto importante per Roma, crea molta occupazione e sviluppa l’indotto dei servizi. In assenza di incentivi c’è il rischio che le produzioni grandi e piccole scelgano di andare in altre città e regioni più appetibili, dove le varie film commission danno finanziamenti e spazi gratis».
E allora non c’è nessuna soluzione? Se, nonostante le tante esenzioni dai pagamenti, gli introiti nel complesso sono cresciuti, si può pensare ad una parziale restituzione di tali cifre nei territori che ospitano le location.

Maria Grazia Sentinelli