Art sharing: l’arte a casa propria

Capolavori da ammirare in spazi privati aperti ad hoc. È il progetto “PARTY – l’arte da ricevere” di Francesca Bertuglia
(Numero 8 – Bimestre lug-ago 2016 – Pagina 12)

L’Esquilino è da sempre terreno fertile per gli artisti. Sono molti i nomi famosi che hanno vissuto o vivono ancora nel nostro rione e molti di più sono coloro che oggi trovano fonte di ispirazione dalle nostre strade, e dalla nostra variegata gente: poeti, scrittori, registi. Una fioritura culturale che non conosce sosta. Così come è incessante il lavoro di pittori e scultori che decidono di affrontare la crisi del sistema delle gallerie e decidono di aprire le porte di casa propria al pubblico.
La novità. La casa-bottega a cui tutti possono accedere non è certamente un’idea nuova. La vera innovazione si ha quando è un privato a mettersi al centro della condivisione di sensazioni ed emozioni legate all’arte. Quante volte avete avuto la curiosità di entrare in casa di sconosciuti, per vedere come è arredata o quale alternativo punto di vista su Roma offrono le sue finestre e i suoi balconi? Ora immaginate di varcare soglie che non conoscete e trovarci capolavori di artisti di fama mondiale, nazionale o semplicemente locale da ammirare (e comprare, nel caso). È questa l’idea alla base del progetto”PARTY – l’arte da ricevere”.

Parola chiave: condividere. Francesca Bertuglia vive in via Santa Croce in Gerusalemme, di professione è architetto di interni, ma da sempre è organizzatrice occasionale e spontanea di mostre. Nel 2010 ha ideato un format che promuove un diverso modo di vivere l’esperienza dell’arte, in spazi domestici, contaminati dalla presenza di chi li abita. Con questa iniziativa viene offerta agli artisti la possibilità di confrontarsi con un pubblico diverso da quello abituale. Un’attività interessante e impegnativa che si è affiancata alla sua occupazione principale. “Ho allestito diverse esposizioni non solo a casa mia, ma anche nel mio studio professionale a Villa Fiorelli, in altre abitazioni e in un atelier a Trastevere”. Diverse e variegate le proposte artistiche: le fotografie di Claudio Orlandi con cui è nato il progetto “PARTY – l’arte da ricevere” nel 2010, a cui sono seguite i capolavori di Primarosa Cesarini Sforza, le ceramiche di Danilo Mariani, i collage dello spagnolo PEJAC e di Marisa Coppiano, le fotografie di Sveva Bellucci, le opere di Elisabetta Pizzichetti e di Josè Luis Ochoa, i gioielli di Maria Silvia Bazzoli, poi una collettiva con Antonella Albani, Francesca Caracciolo ed Elisabetta Pizzichetti sulla tematica del nudo. Nel febbraio 2016 con la mostra delle opere sonore dell’iraniano Pejman Tadayon ha sperimentato la formula dell’home concert.
Un ulteriore sviluppo. Con la mostra SIDERA, presentata anche nell’ambito delle iniziative del programma Esquilindo 2015, oltre alle opere in ferro di Pietro Zucca è stata proposta la collezione di oggetti, realizzata per NUMERI PRIMI fatti@arte, il marchio con cui Bertuglia e la collega Valeria Ledda intendono coinvolgere gli artisti nella progettazione e realizzazione di oggetti e complementi d’arredo ispirati al loro universo creativo. I prodotti della collezione hanno avuto un riconoscimento a marzo, vincendo il primo premio per il design nell’ambito della manifestazione San Salvario District a Torino. Questa manifestazione, alla sua prima edizione, prende il nome da un quartiere che è “paragonabile al nostro rione per la vicinanza alla stazione e la corposa presenza, per varietà etnica e percentuale di abitanti sulla popolazione totale, di cittadini extracomunitari – spiega Bertuglia – con la differenza però di caratterizzarsi per una movida notturna come può esserci al Pigneto, con strade e ristoranti frequentatissimi”. In programma per ottobre 2016, infine, la mostra dei ritratti volanti di Franco Cenci a cui questa volta si abbinerà un esperimento di teatro in casa e un’attività rivolta ai bambini in collaborazione con la libreria The little reader.
Esquilino a misura d’arte? “Vivo qui dal 1994 – racconta l’architetto – quindi conosco bene la zona e so che è estremamente permeabile e pronta ad accogliere questo tipo di iniziative, molto più di altre zone della Capitale, dove pure ce ne sono di simili. Sicuramente il nostro è un rione interessato all’arte, come dimostrano anche le iniziative organizzate dalle associazioni locali a cui ho preso parte”. E come rendono evidenti i numeri delle ultime mostre organizzate.
Venghino signore e signori. Il 7 e l’8 maggio ha avuto luogo Open House, evento annuale che in un solo weekend vede l’apertura di centinaia di edifici di Roma notevoli per le peculiarità architettoniche. Per l’occasione la designer ha organizzato in casa propria SAVE ROOM FOR PICNIC, una collettiva che si è prolungata fino al 27 maggio. Esposti i vassoi della fotografa Sveva Bellucci, le texture di Arianna Bonamore, i ricami di Primarosa Cesarini Sforza e le lanterne di Marisa Coppiano. “Sono state chiamate quattro artiste – racconta – ognuna con la propria poetica, il proprio stile, la propria tecnica, ad interpretare il tema del picnic, dando vita a una collezione di complementi domestici ispirati al loro universo creativo. Solo durante il fine settimana di Open House c’è stato a casa mia un passaggio di circa 300 persone, di cui solo una parte non era dell’Esquilino”. Se c’è arte da ricevere e condividere, il nostro rione è già pronto ad accoglierla.

Luca Mattei, Roberto Michelangeli