Dimmi dove mangi e ti dirò chi sei

Durante l’anno, ma soprattutto nei giorni festivi, è bene fare attenzione a cosa mangiamo e dove si alloggia in vacanza
(Numero 10 – Bimestre nov-dic 2016 – Pagina 2)

Natale, Capodanno ed Epifania sono vicini. Ricomincerà il grande via vai di gente, amici, parenti e anche fedeli. Tutti hanno bisogno di mangiare e dormire. Anche chi resta mangerà, e forse più del solito. Attenzione però alle frodi alimentari. E a dove si andrà a dormire.
Controlli in B&B e ristoranti. Il 29 ottobre, tra i vari controlli effettuati all’Esquilino, i carabinieri hanno verificato otto strutture ricettive, e quattro non erano in regola, ovvero, il 50%. Un B&B di via Principe Eugenio era completamente abusivo. Irregolarità e gravi violazioni igienico sanitarie anche per un albergo di via Emanuele Filiberto, un altro di via Conte Verde e un affittacamere di via Napoleone III. La situazione dei ristoranti non è molto diversa: i carabinieri del NAS fra novembre 2015 e ottobre 2016 hanno ispezionato a Roma 727 locali: 324 hanno presentato violazioni e uno su quattro era a rischio di chiusura. Sono stati confiscati 2750 litri di olio, 2300 kg di prodotti a base di carne e 1430 kg di pesce.
Materiali tossici. Le irregolarità non sono un’esclusiva delle attività ricettive: all’Esquilino sono state vendute scarpe tinte con vernici nocive e vestiti fatti con tessuti dannosi alla salute. In questi casi, i provvedimenti delle autorità vanno dalla contravvenzione alla chiusura dell’attività per qualche giorno. Con ogni probabilità quasi tutti gli operatori irregolari si mettono in regola, ma molti altri contano sull’oblio dei clienti abituali e sull’ignoranza degli occasionali. Noi consumatori come possiamo difenderci?
Un’arma di difesa. Un primo modo è quello di controllare se chi vende alimenti o fa ristorazione sia dotato del Certificato HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points). Questo è un protocollo per prevenire le possibili adulterazioni di quanto mangiamo. Si basa sul controllo dei “punti di lavorazione” degli alimenti dove c’è rischio di contaminazione: analizza i possibili pericoli che si possono verificare in fase di produzione e nelle successive fasi di stoccaggio, trasporto, conservazione, vendita o somministrazione. Lo scopo è quello di individuare quegli stadi del processo che possono essere critici (nel caso dei prodotti surgelati un esempio è la catena del freddo nelle quale la temperatura non deve salire oltre i -18°). L’elenco di chi è tenuto a dotarsi di un piano di autocontrollo è piuttosto lungo e, tra i tanti, comprende mense, ristoranti, bar/pasticcerie, rivendite alimentari e ortofrutta, macellerie, pescherie, panifici. In pratica tutti coloro che producono un alimento e sono interessati alla sua preparazione, trasformazione, confezionamento, deposito, trasporto, distribuzione, manipolazione, vendita o fornitura.
Purtroppo tante certificazioni vengono date con poco controllo. Questo può valere per la certificazione energetica delle abitazioni, per la certificazione dei prodotti biologici, per la conformità degli impianti idrici, gas ed elettrici.
In che modo tutelarsi? Forse il sistema di difesa più efficace per noi consumatori, è la pubblicazione dei nomi delle attività trovate in difetto. Incominciare quindi a dire: “io da chi è stato beccato, non vado più; e nel mio piccolo faccio sì che non ci vada più nessuno”. Forse si tratta di mettere alla gogna qualcuno, ma allora vogliamo chiamare queste persone delinquenti e truffatori?
È vero però che nelle cronache dei controlli raramente si leggono i nomi di questi delinquenti. Forse non si mettono nomi per un malinteso senso della “privacy”, che però forse potrebbe scomparire. Il 23 ottobre un giornale ha pubblicato la notizia che una famosa cornetteria romana era senza cappe ma con blatte. L’articolo non riportava il nome, ma una grande foto con l’insegna ben visibile.
Non si tratta di gettare ombre su varie categorie, ma solo di autodifesa.

Carlo Di Carlo