Itinerari giubilari e percorsi devozionali

I pellegrini in visita ai luoghi santi dell’Esquilino
(Numero 4 – Bimestre nov-dic 2015 – Pagina 8)

Ospitando tre delle grandi basiliche della cristianità, l’Esquilino ha sempre avuto un ruolo centrale in occasione dei Giubilei. I lunghi viali rettilinei che collegano tra loro le basiliche di San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore, Santa Croce in Gerusalemmesono stati realizzati dai pontefici, tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Settecento, per facilitare i percorsi dei pellegrini che in occasione degli anni santi vi si recavano in processioneper visitare le memorie apostoliche in esse custodite. La via Merulana è stata realizzata nel 1575, la Strada Felice (via di Santa Croce in Gerusalemme) nel 1587, lo stradone di Santa Croce (viale Carlo Felice) nel 1741.
Cos’è il Giubileo?Il Giubileo o Anno Santo, nella Chiesa Cattolica rappresenta l’anno della penitenza sacramentale, della remissione dei peccati, della riconciliazione e della conversione, durante il quale il pontefice concede l’indulgenza plenaria ai fedeli che si recano a Roma. Il primo Giubileo fu indetto da papa Bonifacio VIII nel 1300 come evento eccezionale. Successivamente lo si replicò, prima ogni 50 anni,con un richiamo alla tradizione giubilare ebraica, poi ogni 33 anni, come la durata della vita terrena di Gesù ed infine ogni 25 anni. Alcuni pontefici però ne hanno promossi di straordinari, come quest’ultimo Giubileo della Misericordia, indettonel 50° anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Come sono cambiati nel tempo gli itinerari dei pellegrini. Il primo Giubileo del 1300 prevedeva soltanto la visita devozionale alle basiliche di San Pietro in Vaticano e di San Paolo all’Ostiense. Successivamente, nel 1350 e nel 1390 per iniziativa prima di Clemente VI e poi di Bonifacio IX vennero incluse nell’itinerario anche le basiliche di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore. Nel 1552 San Filippo Neri, opponendosi ai festeggiamenti paganeggianti del carnevale, ripropose la visita ai luoghi santi di Roma, recuperando un’antica tradizione altomedievale. Per fare della visita una pratica collettiva e un momento di aggregazione spirituale, organizzò il percorso devozionale delle Sette Chiese da farsi in due giorni. Questo comprendeva le basiliche patriarcali – San Pietro, San Paolo fuori le mura, San Giovanni,Santa Maria Maggiore – la basilica di Santa Croce in Gerusalemme e le chiese di San Sebastiano e di San Lorenzo fuori le Mura. Ogni anno, per carnevale, dopo aver visitato il primo giorno le basiliche di San Pietro e di San Paolo, i fedeli si recavano a visitare la chiesa-catacomba di San Sebastiano, sulla via Appia, dove San Filippo celebrava l’eucaristia. Successivamente i pellegrini in processione – semplici fedeli e personaggi di alto rango – accompagnati dalle confraternite e alternando preghiere con canti religiosi, salmi e litanie, percorrevano via Appia rientrando in città attraverso Porta San Sebastiano. Dopo la visita di alcune chiese minori, si fermavano per il pranzo alla vigna Massimo o Crescenzi o a Villa Mattei (Celimontana) dove veniva organizzata la “refezione per migliaia di persone” con “canti e musica”. Il pellegrinaggio proseguiva per via di Santo Stefano Rotondo fino a San Giovanni in Laterano per la visita alla basilica e alla Scala Santa. Quindi percorrendo il grande viale (oggi viale Carlo Felice) sino a Santa Croce in Gerusalemme per visitare la basilica e le reliquie della Croce di Cristo. Uscendo da Porta Maggiore, i pellegrini arrivavano a San Lorenzo fuori le Mura, sulla Tiburtina, per poi rientrare in città attraverso Porta Tiburtina e concludere il giro devozionale a Santa Maria Maggiore.
Sette Chiese o quattro basiliche? Le guide redatte in occasione dei Giubilei cominciano sempre con la descrizione del Giro delle Sette Chiese ma in realtà fra i percorsi devozionali di San Filippo Neri e la ricorrenza del Giubileo non c’è mai stato un vero collegamento. Le Bolle di indizione, infatti, non menzionano mai il Giro delle Sette Chiese ma indicano soltanto le quattro basiliche patriarcali che i pellegrini devono visitare per ottenere l’indulgenza papale: San Pietro, San Paolo, San Giovanni e Santa Maria Maggiore. Solo recentemente, con il Giubileo del Duemila indetto da Giovanni Paolo II, la tradizione del Giro delle Sette Chiese è stata ripresa, anche se non esplicitamente, perché tra i luoghi da visitare sono state indicate, oltre alle quattro basiliche maggiori, anche Santa Croce in Gerusalemme, San Lorenzo e San Sebastiano.
Papa Gregorio XIII, molto devoto a San Filippo Neri, in occasione del Giubileo del 1575, incluse nell’itinerario giubilare dei fedeli in pellegrinaggio anche la basilica di Santa Croce in Gerusalemme e le chiese di San Lorenzo e di San Sebastiano fuori le Mura, come appare nella stampa di Antoine Lafréry dove le Sette chiese sono raffigurate “unite dalle pie turbe dei pellegrini che si spostano dall’una all’altra”. Il Giubileo del 1575, ricordato per le sue lunghe processioni di pellegrini, animate da ferventi predicatori e condotte dalle varie confraternite, potrebbe essere di auspicio perché oggi, come allora, la città possa organizzarsi per dare ospitalità ai numerosissimi pellegrini che verranno da tutto il mondo cattolico per il Giubileo della Misericordia che si aprirà l’8 dicembre 2015.

Carmelo G. Severino