Quando le corsie riservate diventano barriere insormontabili

Le preferenziali per i mezzi pubblici possono essere anche un pericolo se non sono progettate bene
(Numero 2 – Bimestre lug-ago 2015 – Pagina 3)

Una volta il tram era l’unico mezzo pubblico in città. Passava al centro della strada, in sede propria. E talvolta la pavimentazione era diversa da quella dove circolavano gli altri mezzi.
Con l’aumentare del traffico automobilistico la sede propria scomparve sostituita da una asfaltatura che occupò tutta la strada, talvolta anche mangiandosi la larghezza dei marciapiedi: i pedoni erano pochi e le auto tante. Ma le auto non avevano ancora soddisfatto la loro fame di spazio, anzi ne reclamavano altro, per potersi muovere meglio e parcheggiare a loro piacere.
Vivere nello stesso spazio diventava sempre più difficile e allora la separazione è stata inevitabile. Da quel momento si è vietato alle auto private di passare nella stessa corsia dei mezzi pubblici. Le preferenziali le difendiamo: per chi ci circola, se beccato, è prevista una multa salata e la perdita di punti sulla patente. Ma forse non è sufficiente.
L’esempio di Via Labicana. Le corsie riservate costituiscono un confine tra le correnti di traffico e come in tutti i confini si mettono cartelli di avviso e segnali a terra. Se non dovessero bastare, si alza anche un muro. Così è stato fatto in Via Labicana, per la chiusura di Via dei Fori, dopo un periodo di prova, gli orribili separatori di plastica bianchi e rossi sono stati sostituiti da un muro in cemento a spigoli vivi, alto non meno di 35 cm e largo 30. Certo un’auto o un autobus non lo scavalcano facilmente, ma neppure una persona che in emergenza debba attraversare la strada. Sorge spontaneo domandarsi se questo manufatto sia stato autorizzato dal Ministero. Nel caso in cui, per esempio, un motorino abbia un incidente o lo urti e cada, chi paga?
Tempo fa, un autobus dell’Atac ha preso fuoco vicino al Colosseo, sulla corsia riservata. La presenza di questo muretto ha contribuito a creare un disagio enorme per la discesa dei passeggeri e per la circolazione degli altri autobus.
Eppure non è difficile fare le cose per bene! Proprio all’Esquilino abbiamo un esempio funzionale ed esteticamente valido di corsia protetta in Via di Porta Maggiore. La corsia riservata al tram è leggermente rialzata, pavimentata con sampietrini, il cordolo esterno non è più alto di 15 cm, e non ha spigoli vivi. Passare sulla corsia riservata non è confortevole, ma i mezzi di soccorso possono circolare e si può attraversare la strada con qualche disagio che però aumenta l’attenzione. Il contrasto tra la corsia riservata e quella di scorrimento è evidenziato da cigli bianchi di travertino, che terminano con elementi molto curati. E’ un tratto di strada da prendere a modello e adottare, specie in prossimità del Colosseo.

Carlo Di Carlo