Tutta colpa dei Led?

I nuovi impianti hanno molti pregi ma ogni strada ha bisogno di una progettazione adeguata
(Numero 17 – Bimestre gen-feb 2018 – Pagina 2)

La città è buia. E non è una sensazione. E’ proprio così. E allora è colpa del Comune, dell’Acea o dei Led? Questi ultimi sono diventati i colpevoli sui quali scaricare la colpa della scarsa illuminazione delle strade che comporta, se si va a piedi, la paura di brutti incontri o cadute su marciapiedi sconnessi. E poi ci sono gli incidenti: pedoni travolti sulle strisce perché poco illuminate e altri travolti perché non visti.
Dare tutta la colpa alla nuova illuminazione a Led è troppo semplice. Secondo il rapporto 2017 dell’Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali di Roma Capitale, il numero degli impianti spenti in media al giorno è passato dai 76 del 2015 ai 174 del 2016 per quanto riguarda gli impianti singoli, da 15 a 41 per i tratti al buio (2-4 lampade spente), mentre la media giornaliera delle strade al buio è passata da 25 a 73. Complessivamente nel 2016 vi è stata una media di 1032 impianti spenti al giorno. Ma almeno si intervenisse con sollecitudine! I tempi effettivi medi di ripristino del servizio nel 2016 sono di 8,3 giorni per la singola lampada, di 9,1 per il tratto e 2,7 per la strada, superiori a quanto previsto dalla convenzione Consip. Inoltre dal 2011 ad oggi si evidenzia una tendenza all’aumento dei tempi di ripristino. Poveri Led, sono caricati anche di colpe non loro!
Una maggiore efficienza energetica. I Led sono sorgenti di luce senza produzione di calore. Molti corpi quando bruciano emettono luce. Così fa il legno, l’olio vegetale nelle lucerne, il gas di casa nelle lampade a gas, o quando passa corrente tra due poli elettrici. Altre sostanze emettono luce senza calore: sono i materiali fluorescenti o fosforescenti.
La lampadina tradizionale è noto essere figlia di Thomas Alva Edison, ed è nata nel 1878. Una sua cugina molto più efficiente è nata ufficialmente nel 1880. Padre ne era il piemontese Alessandro Cruto, che non aveva potuto registrarla prima per mancanza di soldi per il brevetto. In centoquaranta anni, la lampadina a incandescenza ha messo su molte famiglie: in particolare quella delle alogene, che si usano nei fari delle auto, e delle lampade ai vapori di sodio, che fanno una bella luce giallo-oro, che però altera i colori (per esempio il rosso diventa grigio scuro). Ma anche per la lampadina a incandescenza è venuto il momento della dipartita, con un’agonia che si è prolungata dal 2009 per le più potenti, fino al settembre 2012 per tutte le altre.
Causa del decesso è stato il suo elevato consumo: l’energia elettrica che diventa luce è circa il 5% di quella assorbita, il 95% se ne va per produrre calore: scalda il filamento ma anche il bulbo. Così le inefficienti vecchie lampade sono sostituite da quelle a Led.
Il Led è una scaglietta di silicio che emetquando è attraversato da corrente elettrica. Non è proprio giovane, ha 55 anni, essendo nato nel 1962. All’inizio era piccolo e rosso, ma poi si è sviluppato in tutti i colori, fino a diventare blu, e premiando nel 2014 i suoi padri Akasaki, Amano e Nakamura con il Nobel per la fisica. Crescendo, il Led ha smesso di fare la spia – nei televisori e in tanti apparecchi per indicare se accesi o spenti – e in combinazioni colorate si è messo a fare la luce, di diverse tonalità dalla calda alla fredda, con un ottimo indice di resa cromatica che permette di apprezzare le sfumature di colore degli oggetti illuminati.
Quando manca la progettazione. Tutto bene quindi? Si risparmia energia, la vita della lampada si è molto allungata e combinando colori e tonalità si possono ottenere effetti sorprendenti. Ma i nuovi impianti hanno una peculiarità: è difficile ottenere una illuminazione diffusa, a 360°. Infatti l’angolo di emissione del fascio di luce dei Led è limitato: normalmente a un massimo di 120°.
Ecco quindi che se si interviene senza un progetto adeguato, per esempio sostituendo le vecchie lampade centrali con lampade a Led, può capitare che il centro strada sia troppo illuminato mentre i marciapiedi rimangono bui. E forse le lampade risultano troppo distanti tra loro. Così la città è nel complesso più buia.
Se si fosse voluto essere sicuri di usare i Led per risparmiare (energia, manutenzione per guasti, sostituzione lampade, ecc.) ma mantenendo la stessa quantità di luce dell’illuminazione precedente, sarebbe stato necessario verificare la quantità di luce che arriva lateralmente dalla lampada centrale. Oppure usare il metodo che adottò tempo fa il sindaco di un paese che promise una luce così forte da poterci leggere il giornale. La sera dell’inaugurazione, tanti cittadini con giornale affollarono la piazza, ma la gran parte teneva il giornale sottosopra. L’analfabetismo era molto diffuso.
E noi dobbiamo aspettare e temere brutti incontri prima di avere un po’ più di luce?

Carlo Di Carlo