Un’importante biblioteca senza più casa

(Numero 16 – Bimestre nov-dic 2017 – Pagina 4)

Non c’è ancora una soluzione per allocare la biblioteca Rispoli, e forse, nemmeno la si cerca più. Chiusa dallo scorso gennaio la sede storica di piazza Grazioli, per lavori di manutenzione in realtà mai iniziati, una delle prime biblioteche di pubblica lettura aperte a Roma da luglio è stata trasferita in via Aldovrandi, sede delle Biblioteche di Roma, per una sistemazione che doveva essere provvisoria e dove è garantito solo il servizio di prestito interbibliotecario. Così, il centro storico della capitale è stato privato di un importante luogo di cultura per gli abitanti del I municipio, per gli studenti dei licei e degli istituti scolastici di zona, come il vicino Visconti, e per i cittadini tutti.
Aperta nel 1930, era già nei locali di Piazza Grazioli quando, nel 1979, per volontà dell’allora dell’assessore alla cultura Renato Nicolini, entrò a far parte del circuito delle biblioteche civiche. Con un patrimonio di oltre 38mila volumi per la consultazione e il prestito, 80 posti nella sala lettura, una fornitissima videoteca, decine di periodici italiani e stranieri, la biblioteca, uno spazio complessivo di circa 700 metri quadrati, era anche un vero e proprio centro culturale, dove da decenni si organizzavano eventi, presentazioni di libri, mostre d’arte e concerti. Alla base della decisione, un canone d’affitto, sostenuto da dipartimento al Patrimonio, Sviluppo e Valorizzazione, considerato troppo esoso e che ammontava a circa 180mila euro all’anno. Il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Istituzione “Sistema delle Biblioteche di Roma”, con il presidente Paolo Fallai, aveva dichiarato l’intenzione “a verificare ogni ipotesi di nuova sede, per mantenere il nucleo della Biblioteca e salvaguardare il gruppo di lavoro che vi si è dedicato”. Finora, però, risultati concreti non se ne sono ancora visti.

NN