Libri a Villa Altieri

dav

La Biblioteca della Provincia di Roma e l’Archivio Storico hanno riaperto i loro tesori al pubblico
(Numero 18 – Bimestre mar-apr 2018 – Pagina 5)

In viale Manzoni, al civico 47, attraverso un bel portale bugnato, tuttora ornato da una grande iscrizione sull’architrave, si accede ad una delle più prestigiose dimore storiche seicentesche di Roma. Molti residenti dell’Esquilino ne hanno varcato l’ingresso in occasione delle ultime elezioni politiche, perché il Liceo Newton, l’edificio realizzato negli anni ’70 nel parco della Villa, ospita diversi seggi elettorali. L’edificazione della scuola, che ne occupa quello che una volta era il giardino, è solo uno dei tanti sconsiderati interventi che hanno segnato la storia di questa fastosa dimora.
Il giardino scomparso. La villa fu realizzata nel 1667 come casa di villeggiatura per il cardinale Paluzzo Albertoni Altieri, dall’architetto Giovan Antonio De Rossi, nei terreni sull’Esquilino di proprietà della nobile famiglia.
L’edificio è caratterizzata da una facciata con una grande scala a due rampe semicircolari, tuttora esistenti, che racchiudevano una fontana addossata alla parete, con due delfini e due tritoni zampillanti.
Le rampe erano arricchite da statue ora scomparse. La facciata posteriore dava su una terrazza che, attraverso scale laterali, portava ad un vasto parco, abbellito da sculture, giochi d’acqua e da un suggestivo labirinto circolare di siepi di bosso con un pino al centro. Con gli anni, questo meraviglioso giardino è stato completamente soppiantato dagli edifici circostanti e anche la palazzina ha subito gravi manomissioni sia all’esterno che all’interno. Villa Altieri, dopo una serie di passaggi di proprietà e dopo essere stata reclusorio femminile, poi convento di suore ed infine istituto scolastico, nel 1975 fu acquistata dalla Provincia di Roma.
L’intervento di recupero. A partire dal 2010, è stata oggetto di un importante ed impegnativo intervento di recupero e riqualificazione che l’ha trasformata nel Palazzo della Cultura e della Memoria Storica. Dal 2015, con il passaggio dalla Provincia alla Città Metropolitana, la rinnovata Villa Altieri è divenuta patrimonio della Città Metropolitana di Roma Capitale. La ricca Biblioteca, “specializzata e istituzionale”, rappresenta, insieme all’Archivio Storico, la memoria documentale dell’ente soppresso.
La riapertura. Solo nello scorso mese di ottobre però – anni dopo l’inaugurazione ufficiale del novembre 2012 e dopo un periodo in cui la consultazione era possibile solo previo appuntamento – la Biblioteca e l’Archivio hanno aperto i loro tesori all’utenza. I volumi e le collezioni ospitate spaziano dalla storia all’arte e tradizioni popolari, fino a libri di costume del territorio di Roma, della provincia e dello Stato Pontificio. Vi sono anche raccolte sull’attività istituzionale ed amministrativa della Provincia e dei Comuni del territorio. La Biblioteca, che era conservata a Palazzo Valentini, in via IV Novembre, sede dell’ente provinciale, ora è collocata al secondo piano dell’edificio ed è dotata di ampie e luminose sale di lettura.
La struttura ospita anche il Centro di Studi per la ricerca letteraria, linguistica e filologica “Pio Rajna”, con la Biblioteca Storica Dantesca, un fondo composto da ben 22.000 volumi. Presso l’Androne e la Loggia, che si trovano invece al piano terra, è possibile visitare anche un piccolo museo che ospita quello che rimane della prestigiosa collezione Altieri. Il percorso espositivo, multimediale ed interattivo, permette di ammirare statue di età antica e moderna e un piccolo lapidario, originariamente elementi di arredo delle aree esterne e dei giardini della Villa. Attraverso il pavimento vetrato della Loggia, si può ammirare l’antica pavimentazione in acciottolato e i resti di alcune stratificazioni archeologiche emerse durante i lavori di restauro. Sempre a Villa Altieri è ospitata inoltre la Banca della Memoria: un archivio di video interviste realizzate da ragazzi con la testimonianza diretta di storie, ricordi e racconti di persone nate prima del 1940.
Un potenziale da sviluppare. Nella struttura c’è anche un bookshop, oltre a spazi per conferenze, mostre ed eventi culturali a disposizione dei cittadini. L’idea, apprezzabilissima, è quella di offrire un luogo di aggregazione culturale in un rione strategico della città, nel cuore del centro storico. L’auspicio è che col tempo possa diventare sempre più accessibile alla cittadinanza e, magari grazie anche a qualche intervento urbanistico di riqualificazione della zona, trasformarsi in una vera oasi di pace e cultura aperta a tutti.

Paola Lupi