Attenti alle tranvate!

Sì, proprio quelle del tram. All’Esquilino il pericolo è all’incrocio fra via Labicana-Manzoni e via Emanuele Filiberto. Ma la soluzione ci sarebbe
(Numero 1 – Bimestre mag-giu 2015 – Pagina 2)

Ci sono posti dove, pur marciando su rotaie fisse e senza possibilità di deviazione per inseguire il malcapitato pedone, la probabilità che l’urto si verifichi è altissima. Una toccatina. Un colpo di striscio che può essere anche molto pericoloso. A delimitare la fermata tranviaria o in generale del mezzo pubblico c’è il cosiddetto “salvagente”. Secondo gli autori Walter Tocci, Italo Insolera e Domitilla Moranti nel loro “Avanti c’è posto” (Donzelli Editore, 2008) queste “aree di fermata non sono però solo un servizio della rete di trasporto pubblico, fanno parte della città, della via, della piazza in cui sono situate. Quanto più sono attrezzate, tanto più vanno considerate non come elemento dell’arredo urbano, ma come problema da risolvere mediante un progetto urbanistico non limitato al design”.
Nel nostro rione. Le fermate funzionalmente più importanti sono quelle di “scambio” tra linee di superficie e metropolitana, quale quella all’incrocio di via Emanuele Filiberto. In questa fermata, il tram si ferma in corrispondenza del semaforo, lontano dall’attraversamento pedonale. Il tranviere apre le porte e la gente che vuole andare in via Emanuele Filiberto, a destra o sinistra, non può farlo perché alla fine della pedana rialzata, in corrispondenza della porta davanti, c’è lo sbarramento che la chiude. E allora bisognerebbe tornare indietro, scontrandosi con chi vuole salire, in una strettoia tra tram e cancellata che impedisce la caduta sulla strada dove passano le macchine. Superata questa strettoia non si potrebbe attraversare perché non c’è passaggio pedonale, che è molto lontano in corrispondenza di via Tasso. Forse basterebbe arretrare la fermata del tram in direzione Colosseo, di pochi metri, posizionando un semplice ripetitore semaforico e facendo un’ampia zona di attraversamento pedonale tra tram e metro. Insomma, la soluzione attuale è quella tipica di accesso all’isola di fermata a una sola estremità, posta dietro il tram (contro il senso di marcia). I passeggeri devono prendere il mezzo dalla parte posteriore e il conducente non li vede. Inoltre il mezzo nasconde l’arrivo sull’altra corsia di un mezzo in senso opposto.
Questa soluzione è di estrema pericolosità sia per l’entrata che per l’uscita sul mezzo arrivato o in arrivo perché costringe a scavalcare la barriera terminale.

Un’ipotesi. Se a qualcuno venisse in mente di ridisegnare questa fermata, perché non mettere un semaforo tranviario con il verde comandato dalla chiusura delle porte? Si può fare, in molte città già lo fanno.

Carlo Di Carlo