I cordoli della discordia

L’intervento per la protezione della preferenziale di via Emanuele Filiberto rende più efficiente il trasporto pubblico, ma comporta alcune criticità per i flussi di traffico. I timori dei commercianti
(Numero 22 – Bimestre nov-dic 2018 – Pagina 1,3)

Sono terminati, a fine ottobre, i lavori per la costruzione dei cordoli in travertino a protezione della corsia preferenziale su via Emanuele Filiberto. Un intervento sicuramente necessario al trasporto pubblico che però è sembrato calato dall’alto ed estemporaneo, anziché esser parte di un più ampio progetto di mobilità cittadina.

Una preferenziale attesa da tempo. La linea 3 del tram, erede di quella che un tempo era la Circolare Rossa, ha sempre avuto il suo punto critico in quei 500 metri di via Emanuele Filiberto. Viaggiava per il suo intero percorso, dai Parioli alla Stazione Trastevere, in corsia protetta. In quel breve tratto era però costretta ai rallentamenti dovuti alla condivisione della strada con il traffico privato. Già nel dicembre 2016 l’amministrazione comunale provò ad intervenire, istituendo la corsia preferenziale centrale. Questa però era delimitata dalla sola segnaletica orizzontale e, come prevedibile, sortì ben pochi effetti. L’area riservata agli autobus veniva continuamente invasa dalle auto, spesso bloccate nell’ingorgo causato dall’imbuto di via Domenico Fontana.
Infatti, il divieto di svolta che venne istituito per le auto provenienti da San Giovanni, a parte i primi giorni di presidio della polizia municipale, era come se non esistesse. Nulla cambiò. Nessuno protestò.

I lavori per i cordoli. Quando però, alla fine di settembre, a seguito dello stanziamento di 200 mila euro da parte del Comune, son partiti i lavori per la costruzione dei cordoli in muratura, si sono levate le prime contestazioni. I cordoli fanno infatti la differenza. Con i cordoli la corsia diventa realmente “preferenziale”, dando priorità al trasporto pubblico. “Borchie in plastica e telecamere” era la soluzione alternativa richiesta da alcuni residenti. Ma le telecamere, se venissero installate, ad esempio, in via Principe Eugenio, dove le borchie circolari già ci sono, porterebbero solo a multe per le auto costrette ad invadere la preferenziale per evitare chi parcheggia in doppia fila. Le telecamere sono infatti utilissime nel proteggere l’ingresso delle preferenziali, ma solo se queste sono realmente protette, altrimenti sono del tutto inefficaci. Non a caso in primavera verranno installate su via Labicana ed a seguire è previsto che arrivino anche in via Emanuele Filiberto.

Le strisce scomparse. Sempre all’altezza di via Domenico Fontana, i recenti lavori hanno anche reso evidente la cancellazione dell’attraversamento pedonale, che in realtà era già stato rimosso nel 2016. Allora le strisce erano state solamente ricoperte con vernice nera. Le abitudini dei pedoni, ed il bianco che era presto tornato visibile, avevano reso del tutto ininfluente quel provvedimento. Residenti e commercianti, che ne chiedevano il ripristino, hanno ricevuto un deciso rifiuto da parte del presidente della commissione mobilità Enrico Stefàno. L’attraversamento sarebbe possibile solo con il supporto di un semaforo. Da qui l’ulteriore richiesta per l’installazione di un semaforo pedonale intelligente. Anche il Consiglio del Primo Municipio, all’unanimità, come non accade spesso, si è espresso per il ripristino di quelle strisce, avanzando tra l’altro anche un’altra richiesta da molti condivisa, quella della revisione e razionalizzazione dei punti di carico e scarico merci.

I rischi sulla viabilità. Alcuni dei problemi segnalati sono comunque innegabilmente reali, in particolare quelli relativi alla gestione dei flussi di traffico, su cui i tecnici del comune dovranno presto intervenire e porre rimedio. Da sempre, la maggiore criticità è stata l’innesto di via Domenico Fontana che, attirando un elevato numero di auto dirette verso EUR ed Ostiense, spesso era causa dell’ingorgo che paralizzava tutta la via. Con i cordoli, il flusso proveniente dalla Tangenziale Est e Porta Maggiore, diretto verso via dell’Amba Aradam sovraccarica via Statilia, oppure è costretto al passaggio per il semaforo di via Biancamano, divenuto ora il nuovo collo di bottiglia: adesso, infatti, già dalle prime ore della mattina, questa via é perennemente intasata da auto ferme, in attesa di poter svoltare a sinistra verso la basilica. Per evitare il problema, andrebbe valutata la possibilità di rivedere il semaforo di viale Carlo Felice consentendo, a questo punto, di proseguire dritti verso la basilica, anziché obbligare alla svolta su via Emanuele Filiberto.

Un intervento collaudato e necessario. Secondo alcuni i cordoli in muratura rischierebbero, inoltre, di essere pericolosi per i motociclisti e dannosi per il commercio. Si tratta però di strutture omologate secondo gli standard ministeriali e già utilizzate in tutta Italia. In viale Trastevere sono presenti da anni e non hanno certo creato grandi problemi, né portato a quella desertificazione commerciale che viene paventata.
Il traffico privato è uno dei maggiori problemi di questa città e non di rado si giustifica l’uso eccessivo dell’auto con l’assenza di un’adeguata alternativa da parte del trasporto pubblico. Ogni occasione, anche piccola, per spostare l’ago della bilancia a favore di quest’ultimo è quindi da accogliere con favore.
Oltre al tram 3, la corsia protetta consentirà un attraversamento più fluido anche a taxi, NCC, mezzi di soccorso, disabili, car sharing e, naturalmente, ai bus 51 express e 360. Magari, anche altre linee potranno essere dirottate qui allo scopo di ridurne i tempi di percorrenza. Come potrebbe accadere ad esempio per la linea 87.
Ben venga quindi la preferenziale, in attesa però che il Comune di Roma intervenga con i necessari provvedimenti correttivi.

Riccardo Iacobucci