La lezione che viene dalle scuole

Numero 33 – Bimestre nov-dic 2020 – Pagina 1.3

In un continuo susseguirsi di ordinanze regionali e decreti ministeriali, gli istituti scolastici del rione danno prova di capacità organizzativa e professionalità. E scontano le difficoltà della Asl

Il distanziamento, le mascherine, la didattica a distanza, il complesso rapporto con la Asl Rm1, in forte difficoltà nella gestione dei tracciamenti, come per quanto riguarda l’organizzazione dei prelievi per i tamponi: dopo un’apertura generalizzata durata qualche settimana, a partire dal 6 novembre le scuole secondarie superiori, anche nella nostra regione, sono tornate alla didattica a distanza, mentre restano per ora in presenza le elementari e medie inferiori. E tutti, allievi e docenti sono alle prese con una inedita quotidianità fatta di regole e rigide restrizioni. Perché, certamente, non è la stessa scuola, anche per chi fa lezione in presenza. Le nuove disposizioni ne hanno cambiato la faccia e forse anche lo spirito: niente ricreazione in cortile, niente laboratori; al bando anche le gite scolastiche, per non parlare dell’alternanza scuola-lavoro nelle superiori. E che dire delle sperimentazioni didattiche, come l’innovativo Progetto Dada, cui appena l’anno scorso aveva aderito il Liceo scientifico Isacco Newton, e che prevede l’organizzazione delle aule come ambienti di apprendimento assegnate ai docenti, i quali le adattano, di volta in volta, alle esigenze della loro disciplina? Tutto in fumo. E se c’è un caso di posività al SarsCov2, che accade nelle scuole, come ci si comporta, come placare l’ansia dei genitori, come ci si interfaccia con la Asl?
Se entri in una scuola, se parli con un dirigente scolastico, o con un genitore, la prima sensazione che percepisci è l’affanno. L’affanno con il quale si rincorre una modalità certa, sicura, per gestire questa nuova quotidianità, ma soprattutto, l’emergenza. L’affanno con il quale bisogna rincorrere le nuove disposizioni.

Al Newton, piattaforme collaudate e pc per tutti

Al Liceo scientifico ‘Isacco Newton’, oltre mille studenti per 43 classi, il problema del distanziamento lo si è risolto, fin dall’inizio, con l’adozione della didattica digitale integrata: ogni giorno, a rotazione, venti studenti per classe erano in presenza e cinque a distanza. Ovviamente, dal 6 novembre tutti a casa e, grazie all’esperienza della primavera scorsa, senza particolari problemi organizzativi.
«Le piattaforme ormai sono collaudate – dice Cristina Costarelli, da tre anni dirigente dell’Istituto – Inoltre, abbiamo messo a disposizioni di allievi e docenti i pc della scuola, sia quelli acquistati ad aprile con i fondi stanziati, sia quelli in dotazione». Nelle settimane di apertura, quando ci sono stati casi di studenti positivi al SarsCov2 il problema è stato il rapporto con la Asl. «Penso sia necessario un protocollo di gestione rapido quando si presenta un caso di positività al virus-continua Costarelli – Nell’ultimo caso, ho mandato la comunicazione alla Asl, che mi ha risposto dopo due giorni: nel frattempo, avevo già messo la classe in isolamento, con la didattica a distanza. La risposta ai tamponi è arrivata dopo quasi una settimana».

I laboratori, fiore all’occhiello dell’Itis Galileo Galilei, riconvertiti in aule

Anche presso l’Itis Galileo Galilei, dove la fornitura dei dispositivi di protezione individuale e l’ingresso scaglionato nell’arco di due ore degli allievi hanno garantito, fin dall’inizio dell’anno scolastico, lo svolgimento in sicurezza della didattica, ci si dovrà riorganizzare in base alle nuove disposizioni governative. In questo Istituto – all’avanguardia sul versante dell’integrazione tra la filiera formativa e quella produttiva – una perdita importante per gli allievi è stato il fatto di non poter fruire dei laboratori. «L’Istituto ha dei laboratori meravigliosi – dice Roberta, un figlio al terzo anno dell’indirizzo scientifico-informatico – Ora, purtroppo, non vengono utilizzati».

Una classe in isolamento per una settimana. Alla fine il tampone era negativo

La didattica resta tutta in presenza nelle aule dell’Istituto Comprensivo Daniele Manin, scuola dell’infanzia e primaria a via Nino Bixio; scuola secondaria di primo grado a via dell’Olmata. I piccoli allievi si sono abituati senza problemi alle mascherine e alle nuove regole di convivenza, certamente grazie alla sensibilità e alla professionalità delle insegnanti. Ma il problema, con i primi casi sospetti di positività al virus, è stato il rapporto con la Asl. «La Asl risponde con forte ritardo -dice la dirigente Manuela Manferlotti – Dopo le nostre segnalazioni, aspettiamo giorni prima di ricevere una notifica ufficiale. Nel frattempo, dobbiamo mettere le classi in isolamento fiduciario». «Abbiamo avuto una classe in isolamento per una settimana, in attesa dell’esito del tampone che, peraltro, era negativo – aggiunge Ofelia Catanea, da poche settimane presidente dell’Associazione Genitori Scuola Di Donato – Ma posso dire che l’esperienza che stiamo vivendo, tutto sommato, è positiva. I bambini fanno psicomotricità nel cortile e abbiamo avuto anche un’uscita a scopo didattico nel quartiere, al Colle Oppio, evitando l’uso dei mezzi pubblici: insomma, nonostante tutto a scuola c’è un’atmosfera rilassata».
Già, nonostante tutto, la scuola va avanti. Grazie al lavoro e alla creatività degli insegnanti, alla collaborazione dei genitori, alla straordinaria capacità delle ragazze e dei ragazzi di tutte le età di adattarsi alle nuove regole: dobbiamo solo sperare che nessun anello di questa bella catena decida di mollare la presa.

Paola Mauti