Le tante forme della micromobilità

Numero 32 – Bimestre set-ott 2020 – Pagina 2

Strade e marciapiedi della nostra città sono oggi invasi da una miriade di moscerini di varie forme e colori

Finito il lockdown, appena si è potuto uscire con la macchina, anche io sono uscito… e mi sono imbattuto in una nuvola di ‘moscerini’ di tutte le forme e colori: a due o tre ruote, con ruote grandi e ruote piccole, con manubrio centrale o addirittura senza. C’erano anche biciclette più o meno semplici o elettriche con pedalata assistita. Per me – che la mia prima bicicletta era stata, alla fine della guerra, una appartenuta ai bersaglieri ciclisti, con le ruote piene, così non si bucava, e col freno a contropedale – è stata una sorpresa.

I micromobili. Ne ho parlato con mio nipote dodicenne, che mi ha spiegato che i moscerini appartengono a varie famiglie: quella degli overboard, quella dei segway e dei monowheel; oltre che alle tradizionali, si fa per dire, famiglie delle biciclette e dei monopattini. Cerco di trovare nomi italiani, ma non ne trovo; anzi questi nomi sono in Gazzetta Ufficiale. E così sono stato costretto a imparare che gli overboard sono quegli aggeggi che hanno due ruote e nessun manubrio, i segway hanno due ruote e un manubrio, i monowheel hanno una sola ruota, e i monopattini ricordano quelli che qualcuno di noi ha avuto da bambino.
Ma il mondo dei ‘micromobili’, ossia degli strumenti della micromobilità – cioè di quella degli spostamenti di 1 o 2 km – è in continua evoluzione. A giugno, Ninebot, la proprietaria cinese del marchio Segway, ha annunciato la fine della produzione del due ruote autobilanciato: lancerà un modello con sedile. Per nostalgici e appassionati, anche la Garelli sta per lanciare il nuovo Garellino, naturalmente elettrico.
Se poi partiranno dal 4 novembre i rimborsi del 60%, fino a 500 euro, per chi abbia acquistato una bicicletta o altro mezzo di trasporto individuale, è da prevedere affollamento e intasamento in molte strade.

Il terreno d’azione dei moscerini. Ma i micromobili dove possono scorrazzare? Fino alla firma del decreto ministeriale di attuazione della norma prevista nella finanziaria 2019, questi mezzi non erano previsti dal Codice della Strada e quindi erano vietati. Ora, dopo delibera comunale, potranno circolare in ambito urbano su aree pedonali, percorsi pedonali e ciclabili, piste ciclabili in sede propria e corsia riservata, in zone e strade con limite di velocità di 30 km/h. In molti posti la velocità massima consentita è di 6 km/h. Queste e altre disposizioni dovranno essere definite dai comuni per iniziare un periodo di sperimentazione minimo di un anno e massimo due.

Un’occasione per l’Esquilino. La delibera comunale che autorizza la circolazione dei micromobili, deve valutare che le infrastrutture stradali nelle quali si svolgerà la sperimentazione abbiano caratteristiche geometriche, funzionali e di circolazione adeguate alla tipologia dei micromobili ammessi e agli altri utenti della strada, in particolare i pedoni.
Questa disposizione è un’ottima occasione per rivedere, aggiornandola, la classificazione delle strade urbane, definendo quali strade siano di pertinenza del Comune (la grande viabilità) e quali dei Municipi (la viabilità locale). Finalmente si potrà trovare e individuare il responsabile della mancata riparazione delle buche, della manutenzione del verde (dove c’è), del funzionamento delle caditoie e, perché no, della cura degli sportellini degli armadietti dei servizi.
Le zone di circolazione dei micromobili dovranno essere opportunamente segnalate agli utenti delle strade e ai micromobilisti. Nel decreto ci sono vari pittogrammi della segnaletica da applicare, ma prima sono da individuare i siti della posa e poi chi ne farà la manutenzione. Non è chiaro se sarà cura del Comune o del Municipio. Certo, i Municipi conoscono il territorio e sono in contatto con varie associazioni locali di micromobilità. Potrebbe essere un lavoro di progettazione e manutenzione partecipato con il Municipio, come committente, e il Comune partner tramite una sua partecipata, per esempio Roma Mobilità.

Carlo Di Carlo