Piazza Vittorio: la stessa occasione

I lavori per il riassetto dei giardini di piazza Vittorio sono partiti a marzo e dovrebbero terminare a settembre, ma la vera sfida sarà quella del successivo mantenimento. Molte le questioni aperte
(Numero 25 – Bimestre mag-giu 2019 – Pagina 1,3)

Era il marzo 2015, oltre 4 anni fa, quando la nostra testata debuttava con il titolo ‘Un’occasione da non perdere’ riferendosi al progetto dei giardini di piazza Vittorio. Da allora, come spesso avviene per le opere pubbliche, l’iter di realizzazione del progetto non si è certo distinto per velocità.
La firma del protocollo di intesa tra amministrazione, Cittadinanza Attiva Lazio e Comitato Piazza Vittorio Partecipata è del giugno 2014. Poi, nel 2015, l’individuazione dei fondi, 2.500.000 euro, all’interno di quelli stanziati per il Giubileo, divenuti in seguito 2.875.000 euro. Per l’emissione ufficiale del bando di gara si è dovuto attendere fino al marzo 2017. Un altro anno è trascorso per la nomina delle varie commissioni, prima che potesse essere stilata, nel maggio 2018, la sospirata graduatoria delle 14 offerte presentate. Come se non bastasse, è sopraggiunto il fallimento di una delle ditte dell’associazione di imprese vincitrice. Di qui le ulteriori tempistiche necessarie alla sua sostituzione e alle successive verifiche da parte dell’ANAC (l’agenzia anti corruzione). Insomma, una vera corsa ad ostacoli.

Il piano di gestione. Quella dei lavori era però solo una parte dell’occasione che andava colta. La scommessa sui giardini non è tanto quella della loro ristrutturazione, ma bensì quella del successivo mantenimento. Un progetto pilota quello di piazza Vittorio. Il primo a Roma a prevedere, assieme al riassetto iniziale, anche la successiva gestione di quanto realizzato. Parallelamente alla stesura del bando di gara è stato infatti redatto, dal Comitato Piazza Vittorio Partecipata, il Piano di Gestione che l’amministrazione comunale ha fatto proprio tramite una memoria di giunta approvata nel settembre 2017. Un documento di 225 pagine con analisi, criticità e proposte per gestire al meglio il giardino. Prodotto grazie al finanziamento ottenuto dal FAI per l’edizione 2012 de ‘I luoghi del cuore’, quando piazza Vittorio risultò tra i siti più amati d’Italia.
Il bando di gara includeva due anni di manutenzione ed i vincitori hanno anche formulato una proposta migliorativa portandoli a cinque. Un’ottima notizia che però non basta. Il Piano di Gestione prevedeva infatti non solo interventi strutturali e sul verde, ma anche maggiori momenti di socialità ed interventi di mediazione sociale e culturale, necessari per favorire la convivenza di tutti nel giardino.

Lavori in corso. I lavori avviati a marzo, e che è previsto terminino per settembre, non andranno comunque a stravolgere l’assetto dei giardini. L’intento primario è di recuperare il verde di quello che un tempo era un vero e proprio giardino botanico, superando allo stesso tempo le attuali criticità. Più spazi destinati alla socialità ed una riduzione dei punti ciechi, oggi luoghi di incuria.
Verrà innanzitutto rivisto l’attuale percorso perimetrale che costeggia la cancellata. Il sentiero sarà più sinuoso e ritroverà la sua continuità, riprendendo quello che era il progetto originale di fine ‘800. Verrà aperto un varco nella recinzione dell’area archeologica che consentirà il passaggio trai Trofei di Mario e la Porta Magica. Nell’altro angolo, il sentiero costeggerà l’area cani, consentendo così a bici, camminatori e corridori di percorrere l’intero giro senza interruzioni.
Le aree giochi e la casina liberty. La collina, che nasconde quello che un tempo era il centro operativo della metro A, verrà integrata in un’area giochi dedicata ai ragazzi più grandi, con scivoli ed una mini-parete attrezzata verticale. Una seconda area giochi per i bimbi più piccoli occuperà invece l’angolo lato Principe Eugenio. Tra le due, un’area attrezzata con pedana e pergolato in legno. La casina liberty, oggi utilizzata come spogliatoio e magazzino AMA, oltre che come bagno pubblico, è previsto che venga assegnata e destinata a bar e punto ristoro. L’angolo circostante verrà ripavimentato a sampietrini, anche qui riprendendo quello che era l’aspetto del passato.
Acqua che scorre. Le fontane create con il progetto degli anni ’90, che hanno finora potuto conoscere l’acqua solo nelle giornate di pioggia, verranno dismesse e trasformate in sedute o fioriere. Mentre verrà riposizionato e valorizzato il ‘fritto misto’ di Mario Rutelli. Il gruppo scultoreo animerà infatti una nuova fontana posta al centro di una piazzetta contornata di panchine, non distante dal collocamento attuale. All’interno dei giardini verranno anche ricollocate alcune delle fontanelle da tempo non attive oggi presenti ai vari ingressi.

Gli impianti. Una delle principali opere di rinnovamento sarà forse meno visibile, almeno direttamente, cioè quella degli impianti. L’irrigazione sarà ricostruita ex novo e verrà realizzato un impianto di smaltimento delle acque piovane lungo il perimetro dei vari percorsi, che comunque saranno anch’essi permeabili. L’impianto elettrico verrà razionalizzato, in particolare riducendo le numerose torrette di alimentazione – un tempo di servizio ai banchi del mercato – e prevedendone invece di nuove a servizio dei futuri eventi che si svolgeranno in piazza (come il cinema estivo). Anche l’impianto di illuminazione verrà rivisitato in base ad un nuovo piano redatto da ACEA.
I punti aperti. Si tratta insomma di un progetto che, almeno sulla carta, dovrebbe apportare solo migliorie ai giardini che siamo abituati a conoscere e utilizzare. Dobbiamo però sperare che il tema del mantenimento venga affrontato correttamente in tutti i suoi aspetti e che non si aprano ora tempi biblici per poter procedere all’assegnazione e alla messa in opera del bar nella casina liberty che, negli auspici di molti, dovrebbe costituire un punto di riferimento all’interno dei giardini. Anche sui tempi e le modalità di riassegnazione del nuovo spazio destinato alle giostrine, presenti nel progetto finale sebbene ridimensionate, non vi sono certezze. Si rischia quindi che alla sua riapertura il giardino sia del tutto privo di presidi fissi, con tutto ciò che ne consegue. Inoltre, ancora non si parla di come possano essere restituiti alla città i locali sottostanti la collina, oltre 1.000 mq che ATAC ha lasciato da anni in stato di abbandono e che il Comune potrebbe reclamare per poi destinarli ad un uso sociale.

Riccardo Iacobucci