Spetialmente ho avuto amore alli libri’

Negli anni centrali del Cinquecento, ancor prima che papa Sisto V e il suo architetto Domenico Fontana ristrutturassero la basilica medievale di San Giovanni in Laterano, frequentava quei luoghi Fulvio Orsini, canonico della basilica nonché uno dei massimi esponenti della filologia antiquaria italiana
(Numero 49 – Bimestre set-ott 2023 – Pagina 8)

Figlio naturale di un Orsini del ramo di Magnano, Fulvio, nato l’11 dicembre 1529, vive l’infanzia nell’agiatezza di una casata illustre per poi finire, con una madre abbandonata dal coniuge, nella povertà più estrema. Affidato alla carità pubblica per la crisi dei genitori, ammesso come chierichetto tra i giovani del coro di San Giovanni in Laterano, all’età di nove anni viene preso a ben volere da Gentile Delfini, canonico lateranense ed erudito collezionista di antichità. Il pio e dotto religioso ne intuisce le non comuni doti intellettuali e lo avvia allo studio delle lingue classiche – greco e latino – grazie alla ricca collezione di testi da lui posseduti ed alla frequentazione della ricchissima biblioteca di antiquaria del più anziano Angelo Colocci.

Diventa il custode delle ricche
collezioni della famiglia Farnese

Diventato prima beneficiario e poi canonico della basilica lateranense, Fulvio Orsini arriva a quella agiatezza economica che gli consente di dedicarsi agli studi e alla curatela di edizioni di classici antichi. Monsignor Delfini lo presenta ai Farnese, elevatisi di rango con papa Paolo III. Già nel 1544 diviene il segretario del cardinale Ranuccio Farnese e bibliotecario del palazzo della famiglia. Alla morte di Ranuccio, il cardinale Alessandro Farnese lo conferma nella carica e lo nomina conservatore delle sue ricche collezioni.
Fulvio Orsini entra nell’ambiente intellettuale romano di quegli anni, frequentando dotti letterati come Guglielmo Sirleto, futuro cardinale, e Basilio Zanchi, umanista e poeta, intrecciando rapporti epistolari con ambienti culturali europei di area spagnola, francese, germanica e dei Paesi bassi.

Un appassionato bibliofilo
nella Roma rinascimentale del ‘500

Grazie alla disponibilità finanziaria, Fulvio Orsini colleziona codici in lingua greca, latina e in volgare, in anni in cui il collezionismo librario è sconvolto dall’affermarsi della stampa tipografica – centinaia di copie di un libro stampato costano meno della rilegatura di un codice manoscritto.
Fulvio Orsini via via arricchisce la sua biblioteca con preziosi volumi e codici manoscritti, provenienti da importanti biblioteche private come quella di Pietro Bembo, Angelo Colucci, Costantino e Giano Lascaris, disponibili sul mercato librario, con gli appunti e le riflessioni annotate dai loro dotti possessori. Chi giunge a Roma ormai non può non fare visita alla sua biblioteca che eguaglia quella vaticana dei papi con decine e decine di codici e manoscritti di inestimabile valore, come il Virgilio Vaticano (IV secolo) e il Virgilio Augusteo (secoli V-VI), l’originale del Canzoniere del Petrarca, una copia della Divina Commedia che Boccaccio regalò al Petrarca, lettere e schizzi dello stesso Michelangelo, che l’Orsini ebbe l’opportunità di conoscere.
Abbandonata l’idea di cedere la sua ricca biblioteca a Filippo II di Spagna per il suo Escorial, Fulvio Orsini, presi accordi con papa Gregorio XIII, costituisce un lascito testamentario a favore della biblioteca vaticana in cambio di una rendita annua di 200 ducati e la garanzia che la biblioteca resti nella sua disponibilità vita natural durante.

Esquilino rione dei libri

Da qualche tempo nel nostro rione sono attivi comitati ed associazioni di residenti che, come Fulvio Orsini, hanno ‘spetialmente amore alli libri’ e attraverso i libri cercano di promuovere un rilancio culturale in grado di ‘rompere quella ragnatela di incuria e degrado’ che sembra intrappolare senza speranza il nostro territorio. A questo rinnovato fervore verso il libro, è dedicato il ricordo di Fulvio Orsini che nella Roma rinascimentale, frequentando dotti letterati, favoriva, partecipandovi, la vita culturale dei suoi tempi, vivendo tra codici latini e greci – manoscritti e a stampa – di scrittori letterati, grammatici, storici e poeti classici antichi e moderni.

Carmelo G. Severino