Il museo dei Granatieri di Sardegna a Santa Croce in Gerusalemme

Numero 33 – Bimestre nov-dic 2020 – Pagina 6

All’Esquilino i cimeli più antichi delle Forze Armate italiane

Le Forze Armate della Repubblica italiana si articolano nelle tre tradizionali componenti dell’Esercito Italiano, della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare, alle quali si è aggiunta nel 2000, con funzioni di polizia militare, la componente terrestre speciale dell’Arma dei Carabinieri.

Attivi dal 1659,i Granatieri di Sardegna sono il corpo armato italiano di più antica tradizione

I Granatieri di Sardegna – che con i Bersaglieri, gli Alpini, i Paracadutisti ed i Lagunari compongono l’Arma di Fanteria – fanno parte dell’Esercito italiano e ne rappresentano il corpo armato italiano di più antica tradizione, essendo nato il 18 aprile 1659 come reggimento delle guardie reali – un nucleo di 1.200 uomini comandato dal duca di Marolles – fortemente voluto da Carlo Emanuele II di Savoia. Con Vittorio Emanuele II, il corpo armato prende il nome di Brigata Granatieri di Sardegna.
A Roma, i Granatieri di Sardegna si insediano soltanto nel 1902 per volontà di re Vittorio Emanuele III, che vuole nella capitale del regno i due reggimenti di Parma e di Piacenza, insediandoli nelle caserme Ferdinando di Savoia e Umberto I, rispettivamente al Castro Pretorio e a Santa Croce in Gerusalemme.
In prima linea su molti fronti di guerra – dal Carso, al Tagliamento, al Piave – i Granatieri di Sardegna prendono parte alla battaglia decisiva di Vittorio Veneto, e tra le forze armate sono quelle che subiscono le maggiori perdite: oltre 12 mila tra deceduti e dispersi. Per premiare il corpo di brigata ed il coraggio dei Granatieri, oltre che alle bandiere dei reggimenti vengono conferite ben 1.240 medaglie individuali al valor militare: 10 d’oro, 572 d’argento e 658 di bronzo.

Un museo per raccogliere documenti storici e perpetuare le gloriose tradizioni

La prima idea di un museo si era già avuta nel 1903, per iniziativa di un gruppo di ufficiali riuniti al Castro Pretorio presso la caserma Ferdinando di Savoia, nella Sala dei ricordi storici. La proposta era stata quella di raccogliere cimeli e documenti storici per ricordare e ‘perpetuare le glorie e le tradizioni’. L’iniziativa suscitò interesse ed ampie adesioni e grazie anche all’appoggio della casa reale, nacque un piccolo museo. Ben presto però, per la quantità dei documenti raccolti, si rese necessaria una sede più idonea, che venne individuata presso la caserma Umberto I, nell’area di Santa Croce in Gerusalemme.
La Grande Guerra impose il rinvio di tale ambizioso progetto ed il museo continuò ad avere provvisoriamente sede nelle due sale al Castro Pretorio, costretto a tenere nei depositi la documentazione che si accresceva di continuo.
Dopo il 4 novembre 1918, recuperata l’idea della nuova sede museale, l’Amministrazione comunale concede ‘graziosamente’ un’area nella zona di Santa Croce in Gerusalemme, ed il 27 novembre 1919 il colonnello Ugo Bignami, medaglia d’oro, a nome della brigata granatieri, sottoscrive l’atto di cessione del terreno. Finanziato grazie al contributo dei granatieri di tutta Italia, il museo – progettista l’architetto Francesco Leoni, tenente dei granatieri – viene edificato tra il 1922 ed il 1924 con maestranze edili costituite per la maggior parte da granatieri volontari.
Il 3 giugno 1922 si svolge la ‘solenne e austera’ cerimonia della posa della prima pietra ed esattamente due anni dopo, il 3 giugno 1924, sempre alla presenza di Vittorio Emanuele III, il nuovo museo dei Granatieri viene inaugurato presso la caserma di cavalleria a Santa Croce in Gerusalemme.
Decorato in facciata da bassorilievi dedicati all’arma, il nuovo museo prospetta sulla piazza di Santa Croce in Gerusalemme ed è costituito da un corpo di fabbrica organizzato su due piani, con le estremità laterali che si concludono al pianoterra in due corpi semicircolari coperti a terrazzo. Uno scalone monumentale conduce al primo piano, dove si trovano il salone d’onore e il sacrario dei caduti. Al pianoterra le sale di esposizione, poste in successione l’una con l’altra, consentono una visita secondo un criterio cronologico, a partire da quel 18 aprile 1659, esponendo la ricca documentazione di cimeli – armi, bandiere e medaglie, stendardi ed uniformi, ma anche disegni, pitture, sculture e fotografie storiche. Sul portale di accesso al museo sono riportati i versi di Gabriele D’Annunzio ‘Di noi tremo la nostra vecchia gloria / tre secoli di fede e una vittoria’.

Granatieri, Fanteria, Carristi e strumenti musicali nel polo museale di Santa Croce in Gerusalemme

Il museo storico dei Granatieri di Sardegna non ha subito nel tempo significative modifiche – a parte la sopraelevazione dei corpi laterali – ed oggi costituisce uno dei più importanti musei militari d’Italia. Nella stessa area, negli edifici militari ormai dismessi, sono stati istituiti anche il Museo storico della Fanteria, nel 1959, ed il Museo storico dei Carristi, nel 1986, venendosi così a creare il polo museale di Santa Croce in Gerusalemme, che vede al suo interno, dal 1964, anche il Museo nazionale degli Strumenti Musicali, realizzato nell’ex caserma Principe di Piemonte.

Carmelo G. Severino