Un tram carico di dubbi

Chiara Armezzani - n.24 Un tram carico di dubbi

Fa discutere il progetto, da 20 milioni di euro, che collegherà piazza Vittorio a largo Corrado Ricci
(Numero 24 – Bimestre mar-apr 2019 – Pagina 1,3)

Nuovi mezzi pubblici sono sempre una buona notizia? Pare di no. A dividere l’opinione degli abitanti dell’Esquilino, di Monti e del Colle Oppio è la nuova linea tram da 20 milioni di euro voluta dal Campidoglio, che andrà a collegare piazza Vittorio Emanuele II con largo Corrado Ricci, un passo prima di via dei Fori Imperiali. Un progetto approvato, in minima parte finanziato, ma pronto ad essere cantierizzato entro l’anno. Costo, tracciato, sicurezza, estetica ma soprattutto la sua effettiva utilità restano tutti punti controversi. Alcuni rappresentanti del I Municipio, non direttamente coinvolto nel progetto, hanno voluto ascoltare la voce dei residenti dei rioni interessati in un’assemblea pubblica a novembre, che ha visto la partecipazione di quasi un centinaio di cittadini, singoli o rappresentanti di associazioni e comitati di quartiere. I quali, anche se favorevoli a nuove linee tramviarie, hanno tuttavia manifestato una forte preoccupazione e contrarietà per questa opera in programma.
Tracciato beffa: 20 milioni di euro per 1,2 km.Un nuovo mezzo di trasporto pubblico di per sé può sembrare una svolta positiva per il rione e la città tutta. Il progetto prevede un chilometro e mezzo di nuovi binari, aree pedonali e arredi urbani. Un raccordo tra l’Esquilino e i Fori Imperiali, anzi, tra largo Preneste e i Fori imperiali, perché si affiancherà (toccherà scendere da un tram e salire sul nuovo per intenderci) ai tram 5 e 14 già esistenti. Un ritorno al passato, se si pensa che soltanto negli anni ’80 era stato smantellato un tram simile. Ai tempi, però, svoltava in via degli Annibaldi e raggiungeva il Colosseo, dando dunque un senso compiuto alla linea, perché si andava a raccordare con la linea B della metro, anziché morire come questa nuova linea alle porte dei Fori, dove i passeggeri non saranno sufficientemente vicini né alla metro Colosseo né al tram 8 di piazza Venezia. Il tram passerà da via dello Statuto, sul lato degli ex Magazzini allo Statuto – MAS, incrocerà via Merulana, attraverserà largo Brancaccio e scenderà su via Giovanni Lanza, sotto la Torre dei Capocci, dove è prevista una fermata a piazza San Martino ai Monti, che, nei progetti, diventerà un’isola pedonale priva di auto. Infine, percorrendo l’ultimo tratto di via Cavour, arriverà a largo Corrado Ricci, altra area dove le auto saranno bandite. Per realizzare la linea ci vorranno 20 milioni di euro (salvo imprevisti), 5 milioni messi dalla città, mentre gli altri 15 milioni dovrebbero arrivare dal Governo. La giunta capitolina, che un anno fa circa apriva la Conferenza dei servizi per i pareri degli organi competenti, punta ad avviare il cantiere entro il 2019, completare progetto e gara d’appalto in 16 mesi e concludere l’opera in 20 mesi.
Ogni passeggero guadagnato costa 50 mila euro. Secondo le stime del Campidoglio, sono previsti a piazza Vittorio 1.260 passeggeri ogni ora, fino a 3.200 passeggeri nell’ora di punta. Questo tram consentirà di convincere 400 nuovi utenti a lasciare a casa la propria auto. A conti fatti, 50 mila euro per convincere un cittadino a prendere i mezzi pubblici. Un buon affare? Un pessimo affare secondo la cittadinanza, favorevole all’aumento dei mezzi pubblici, ma ugualmente certa degli effetti negativi di questo progetto. La vox populi ha le idee chiare: già oggi, infatti, chi arriva con il tram dall’area della Prenestina dispone della Metro B da Termini al Colosseo e due linee bus, con una decina di minuti a piedi per arrivare o in stazione o su via Cavour. Una linea doppione nel caso in cui venga prolungata la metro C fino a piazza Venezia e oltre. Secondo molti, i romani passano per Termini e non per piazza Vittorio e i turisti fanno questo tratto volentieri a piedi, visto che è breve e pittoresco. Per non parlare dei problemi di sicurezza dei palazzi, sollecitati due volte: dalla Metro B sottoterra e dal tram in superficie. E poi la convenienza economica. Cinquanta autobus elettrici: è quanto si potrebbe acquistare con i 20 milioni di euro previsti, ammesso che il programma dei lavori venga rispettato, per la costruzione della linea. Si tratta di spendere 17 mila euro al metro di binari e serviranno 6 tram per garantire una frequenza di un mezzo ogni 8 minuti nell’ora di punta. “Perché non spendere meno per un’opera molto più utile, una linea elettrica, com’era il bus elettrico 117, che colleghi piazza Vittorio al tram 8?” si chiedono i comitati.
Il fine giustifica il ‘mezzo’? Esaminando le scelte della giunta, è come se si volesse eliminare la presenza delle auto per ordinanza, senza transizione e senza un progetto d’insieme. Un po’ come l’idea di cancellare la povertà con un decreto.
Secondo il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (PUMS) di Roma, gli effetti delle modifiche si esaurirebbero tra piazza dell’Esquilino, via dei Cerchi e via dell’Amba Aradam, ma non vengono qualificati né quantificati. Diverso il parere dei cittadini, che sembrano invece avere una visione più globale della stessa giunta che governa la città. Se è previsto che Monti diventi un’area pedonale, dove finiranno le auto? A questa domanda il Comune a suo tempo tranquillizzò commercianti e residenti, ricordando che in via Cavour ci sarebbe stato spazio per compensare parzialmente. Ma oggi con il nuovo tram si tagliano altri posti auto proprio in via Cavour e in via Lanza. Dove posteggiare allora le auto di Monti e Cavour? Allungarsi a Colle Oppio? Sbagliato. Il Comune ha previsto di chiudere anche il parco, così come è previsto il pagamento della sosta nelle strisce blu (rimanenti) a piazza Vittorio, anche per i residenti. Morale: 300 auto alla ricerca di una collocazione.
I tram non sono tutti uguali: il progetto Termini-Vaticano-Aurelio. Circa otto chilometri di binari, da circonvallazione Cornelia, nel quartiere Aurelio, fino a Termini, passando su via Gregorio VII, davanti al Vaticano, su Corso Vittorio, a piazza Venezia e in via Nazionale. Con una biforcazione da Corso Vittorio a piazza Risorgimento passando per via Stefano Porcari. È la TVA (Termini-Vaticano-Aurelio), una delle linee tranviarie più discusse della recente storia romana. Un progetto, insieme alla tratta centrale della linea C, nato a metà anni 90 e ridiscusso lo scorso gennaio, dopo anni di oblio, durante una riunione della commissione Mobilità del Comune di Roma. Ai tempi, l’opera fu analizzata, venne chiusa la Conferenza dei servizi su un progetto definitivo e addirittura venne approvato un esecutivo sul tratto Argentina-Venezia, su via del Plebiscito. Costo stimato di circa 200 milioni di euro. Forse complementare, forse sostitutivo al tram Esquilino-Fori. Ma al momento un tram chiamato desiderio.

Silvio Nobili